E se al governo ora ci fosse la sinistra? Armeni: «Dio ce ne scampi»

Di Chiara Rizzo
28 Ottobre 2011
Ritanna Armeni spiega a Tempi.it cosa sarebbe successo se, al posto dell'attuale maggioranza, fosse stata la sinistra al governo a ricevere la lettera della Bce con indicate le riforme da attuare: «Dio ce ne scampi. Si sarebbe aperto un problema enorme a sinistra, ma non so se poi si sarebbe arrivati ad una crisi di governo o a un'intesa dell'ultima ora»

Ritanna Armeni, lei conosce molto bene la galassia della sinistra, e si definisce di sinistra, ipotizziamo che oggi al governo ci sia, appunto, la…
Dio ce ne scampi!

Cominciamo bene. Dicevamo: se un ipotetico governo di sinistra avesse ricevuto la stessa letterina della Bce che si è trovato Berlusconi tra le mani, cosa avrebbe fatto per mettere in atto le richieste dell’Europa?
Avrebbe fatto più o meno le stesse cose di Berlusconi. Una parte consistente della sinistra pensa che per uscire dalla crisi servano esattamente questi sistemi. Tant’è che oggi Massimo Giannini su Repubblica non dice che le richieste dell’Ue siano sbagliate, ma che questo governo non avrà la determinazione di portarle a compimento. Questo per dire che nella sostanza, in tanti a sinistra credono nel rigore e nelle controriforme come mezzo per uscire della crisi. Con il centrodestra ci sono certamente posizioni convergenti sull’allungamento dell’età pensionabile, sulle liberalizzazioni e sul mercato del lavoro, anche se la sinistra sarebbe stata più cauta sul tema dei licenziamenti. In più, vogliono davvero combattere l’evasione, al contrario del Pdl, di Berlusconi e di una parte del governo che, in qualche modo, la proteggono. Parlo di una “parte” perché la Lega è contro i condoni fiscali.

Ma accanto a questa sinistra ce n’è un’altra ben diversa. Damiano (Pd) chiude alle pensioni; Vendola (Sel) avrebbe direttamente rispedito la lettera della Bce al mittente, Fassina ha detto che alla sinistra non sarebbe neanche mai arrivata. Non sono posizioni incompatibili?
Sinora abbiamo parlato di una parte consistente della sinistra. Un conto è quello che pensa, un altro quello che avrebbe fatto se fosse stata al governo. Infatti, le divisioni si vedono non solo sulle posizioni ma anche tra quello che pensano i responsabili e la base. C’è un opinione diffusa e confusa a sinistra, che non va nella direzione delle riforme che dicevamo prima. Ad esempio: sulla precarietà non è che si propongano contromisure. E purtroppo questo atteggiamento riguarda una grossa fetta del popolo di sinistra, che vede le le misure sul licenziamento come un attacco, mentre le liberalizzazioni, beh, il recente referendum sull’acqua dice già tutto.

E dunque, come risponderebbe alla Bce la sinistra alternativa al Pd?
Anzitutto, non è la sinistra di Vendola, ma una trasversale che passa all’interno del Pd. Pensiamo a Fassina e Damiano o La Torre: le loro posizioni sono simili a quelle di Nichi Vendola. A queste si aggiungono le posizioni dei sindacati, ovviamente. Le proposte ci sono: tra le richieste del Pd, poco portate avanti, c’è l’estensione di misure di protezione a tutti i lavoratori; mentre la sinistra più estrema ha proposto di puntare sulla patrimoniale per recuperare risorse per uscire dalla crisi. Perché è vero che bisogna recuperare risorse per uscire dalla crisi, ma bisogna ammettere che è ben diversa una crescita che passi attraverso un reperimento delle risorse colpendo chi ha di più. Questo avrebbe potuto creare una contrapposizione con la Bce.

La Bce chiede riforme “lacrime e sangue”, ma se ci fosse la sinistra al governo, ricapitolando, non è che lacrime e sangue sarebbero stati versati solo all’interno della coalizione?

Forse sì. Ed è proprio per questo che ho esordito dicendo “Dio ce ne scampi”. Certamente con le richieste della Bce si sarebbe aperto un problema enorme a sinistra, ma non so se poi si sarebbe arrivati ad una crisi di governo oppure se si sarebbe riusciti a trovare un’intesa dell’ultima ora, come è avvenuto tra Pdl e Lega. In questi giorni tanti autorevoli notisti politici avevano previsto la caduta del governo reale, che poi non c’è stata. Figuriamoci se riesco a prevedere cosa succederebbe in un governo di sinistra che nella realtà non c’è.

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