
È il Diavolo che ci costringe a buttare sempre tutto in politica

Per gentile concessione dell’autore, pubblichiamo una nostra traduzione di un post apparso il 25 maggio scorso nel blog dello scrittore canadese David Warren. Il testo originale in inglese è disponibile in questa pagina.
Capita di dimenticarsi – di proposito, nel mio caso – che una buona parte del pubblico non è capace di gestire lo spirito, la comicità o le trovate retoriche, va fuori di testa per l’umorismo oscuro, non è in grado di capire le cose in maniera lineare neanche se ci prova, e non riesce a leggere attentamente. Fate caso ai commenti furibondi in quasi tutti i siti. Internet incoraggia non il dibattito allegro, ma la tendenza al linciaggio che ormai domina la nostra vita politica.
Scrivere per il grande pubblico nel mondo di oggi significa esporsi alla moltitudine insoddisfatta, e recentemente a me è toccato assaggiare la sua collera.
Anche il Diavolo ha scarso senso dell’umorismo, eccezion fatta per il sarcasmo; ma è una forma di sarcasmo che non può pretendere di essere divertente. Al contrario, è invariabilmente rancoroso e cinico. Non sopporta di essere deriso o canzonato, invoca continuamente “spazi sicuri” [safe spaces, ndt] e incita le masse a venerare idoli. (Questi ultimi possono essere considerati le sue maschere). Quanto alle sue prese in giro, sono sempre fatte con cattiveria: vuole che i suoi bersagli siano soppressi e puniti.
Uno degli stratagemmi del Medioevo, e della Chiesa cattolica di ogni epoca, è quello di ridersela a spese del Diavolo. In questa sacra missione, io provo a fare la mia parte.
La reazione strategica del Diavolo è promuovere fazioni e partiti politici. Dal suo punto di vista importa poco che cosa questi ultimi sostengano, purché si facciano violenta opposizione a vicenda. Comunque [il Diavolo] esercita eccome le sue preferenze quando può, propendendo decisamente per la “cultura della morte” piuttosto che per la “cultura della vita” e tifando per tutti quelli che vogliono mettersi audacemente alla testa del fronte del brutto, del cattivo e del falso nel lungo gioco per sovvertire le intenzioni di Dio. Non possiamo sconfiggerlo da soli ma, per nostra fortuna, egli può essere distratto.
Talvolta, mi pare, il Diavolo si fa assorbire a tal punto dal compimento di certe malefatte a breve termine, che possiamo eluderlo o scavalcarlo. (Viene in mente l’immagine del matador). E quando il Diavolo viene messo di fronte alla Santità positiva tende, come i suoi seguaci [followers, ndt], a perdere le staffe o ad andare nel panico. Io sono sempre favorevole a regalargli una brutta giornata.
L’Avversario di Dio è anche il nostro avversario, e attraverso la nostra libertà Dio ci ha dato un ruolo nella lotta. È un grande onore questo, sebbene a volte, come gli antichi ebrei, viene da desiderare di non essere stati Eletti. Ma lo siamo stati e lo siamo. Possiamo continuare a combattere come soldati felici oppure tagliare la corda. Possiamo perfino cambiare parte, con la stessa libertà, e passare dal bene al male – o dal male al bene. State certi che il Diavolo ricorrerà a tutti i suoi sotterfugi per rendere queste scelte confuse.
Attualmente osservo che i suoi sforzi sono intesi a rendere qualunque scelta una questione politica; questo per aiutarci a dimenticare Dio, e soprattutto Gesù, il più possibile. (Ecco perché noi dovremmo citarLo spesso).
Per esempio, se ci schieriamo consapevolmente dalla parte di Dio, il Diavolo ci fa ritrovare a tal punto immersi nello scontro politico tra Destra e Sinistra che non riusciamo a immaginare la battaglia in altri termini. Questo, credo, è il motivo per cui quando o io o altri scriviamo specificamente su questioni spirituali, riceviamo in risposta solo indifferenza, anche dai nostri correligionari. Ma provate a metterci dentro, per dire, la parola “Trump” e vedrete quanti botti. Ne arriveranno sia dai suoi sostenitori che dai suoi oppositori, e ne risulterà soltanto cacofonia, mai il silenzio immobile di Nostro Signore.
La domanda da 64,00 dollari: che cosa ci interessa davvero? La nostra salvezza e la salvezza del nostro prossimo, o soltanto regolare dei conti?
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