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Due squarci luminosi nell’oscurità calata di nuovo sul popolo armeno

Di Renato Farina
06 Maggio 2024
La fanciulla rom riluceva per bellezza e un turco che scortava le deportate se ne innamorò. Le propose di convertirsi all’islam e di sposarlo. Rispose: «Perché non diventi tu cristiano?»
Armenia
Una carovana di deportati armeni (Armenian Genocide Museum-Institute, Viktor Pietschmann’s collection)

Nulla di buono, in apparenza, cinge il destino della mia amata Armenia e soprattutto dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh). Le truppe russe che avrebbero dovuto garantire, secondo accordi internazionali siglati nel novembre del 2020 alla fine dell’aggressione azero-turca, almeno per 5 anni l’intangibilità dei territori intorno a Stepanakert e dei loro abitanti armeni, hanno abbandonato il Caucaso meridionale. Ma sì, andatevene! Siete stati la quinta colonna del turco oppressore! La vera natura di questa interposizione pacificatrice è ora chiara: non erano venuti per soccorrere gli inermi, ma per dar tempo al dittatore Ilham Aliyev di pianificare l’invasione e la cacciata genocidaria dei cristiani caucasici ottenendo il sostegno increscioso dell’Italia e di altri Stati bisognosi del gas azero. L’Armata rossa-russa, dopo non aver fatto nulla per preservare la popolazione armena dell’Artsakh, ha collaborato alla deportazione dei miei fratelli.
Ho scritto: nulla di buono. Eppure alcune ...

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