
Ragazzi drogati già a 11 anni. Pietro Grasso: «Emergenza educativa e affettiva»
I primi contatti con le droghe? Già alle scuole medie. Questo quadro allarmante è emerso con forza durante il convegno nazionale promosso dalla cooperativa sociale Pars, con la collaborazione di Acudipa. L’incontro è stato organizzato in occasione della giornata mondiale per la Lotta alla droga (26 giugno), e a porre ancora di più l’accento sul fenomeno sono arrivate le parole del presidente del Senato Pietro Grasso, che ha registrato un videomessaggio con Sky Tg24, aprendo così la sessione di lavoro. «È diminuita l’età in cui si entra in contatto con le droghe: un dato drammatico, perché si parla di primi approcci ad 11 anni». La crisi, sicuramente, preme sul pedale dell’acceleratore: «C’è un segnale di malessere sociale», ha proseguito Grasso. «Uno dei problemi correlati alla dipendenza è la carenza affettiva nelle relazioni: ecco perché i minori vengono maggiormente colpiti».
LA CURA EFFICACE. Il convegno, oltre ad analizzare tecnicamente l’orizzonte nel quale si stagliano le nuove dipendenze, ha riflettuto sulla “cura efficace”. Perché è ormai riduttivo associare solamente droga e alcol al mondo delle dipendenze patologiche: «È solo la punta dell’iceberg – ha detto Giuseppe Mammana, medico psichiatra, presidente di Acudipa –, perché ci sono altre sostanze e forme che distruggono l’uomo. Se pensiamo solo alle droghe, abbiamo in Italia 150 mila pazienti in carico, altri 150 mila avrebbero bisogno di cure e un milione e 700 mila sono consumatori di stupefacenti. Il fenomeno quindi è molto più complesso. È in gioco il rapporto tra libertà e dipendenze. Il dovere di noi professionisti, volontari, operatori è quello di non chiudersi in finte soluzione, ma aggiornare le nostre abilità educative».
RAPPORTO TRA GENERAZIONI. Da una parte la prevenzione a scuola e nei luoghi del divertimento. Dall’altra, un coinvolgimento costante degli adulti. Sempre più giovani si avvicinano a droghe, alcol e gioco d’azzardo, sintomo che bisogna ristabilire il rapporto tra le diverse generazioni, ritrovando i veri valori offuscati della vita. «Le famiglie e le persone adulte devono considerare che l’uso di tutte le sostanze stupefacenti è nocivo alla crescita della persona umana» è il giudizio di Josè Berdini, responsabile delle comunità terapeutiche della cooperativa Pars. «Tutto deve partire da loro: devono essere capaci di trasmettere ai giovani la promozione della vita, che è la base di ogni azione quotidiana. Sono nate nuove dipendenze, più sottili ma non per questo meno devastanti. Abbiamo nuovi consumatori, sempre più giovani. Ma dal quadro preoccupante possiamo anche trovare una speranza. Questo vogliamo rimarcare con forza durante il convegno: ribadisco, la base di ogni azione deve essere la promozione della persona umana».
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