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Pensare che si possa essere a una svolta nel conflitto è peccato d'ottimismo, ma, reinterpretando il titolo di un vecchio romanzo di Remarque, si può dire che c'è qualcosa di nuovo sul fronte occidentale. Nessuna illusione: in Ucraina si continua a sparare, trattative per un accordo non ve ne sono, la Russia prosegue nella sua scellerata invasione, Europa e Stati Uniti riforniscono di armi gli invasi. Se oggi siamo ancora qui a contare i morti, la colpa di tutto questo ha uno e un solo nome: Vladimir Putin.
Eppure qualcosa di nuovo c'è, dopo 80 giorni di combattimenti. Il capo del pentagono Lloyd Austin ha telefonato al ministro della Difesa russo Sergej Shoigu. Dialogo senza alcun esito, si dice; ma almeno un contatto c'è stato. Un piccolo segno che, unito ad altri, mostra l'emergere di una consapevolezza nuova in Occidente.
Draghi toglie l’elmetto
Anche Mario Draghi ha cambiato tono sulla guerra in Ucraina. Alla vigilia del suo viaggio per Washington il presidente del Consiglio ital...
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