
Dove nasce la nuova politica
Lo scorso numero avevamo accennato ai temi affrontati da Sandro Bondi al convegno di Rimini. Nel frattempo Sandro Bondi è stato nominato da Berlusconi coordinatore nazionale di Forza Italia. Ad affiancarlo come vice è stato chiamato Fabrizio Cicchitto. La scelta fatta da Berlusconi è una scelta importante. è una scelta giusta. è una scelta che dice la volontà di non cristallizzare Forza Italia in strutture rigide, incapace di uscire da sé e di dialogare con le realtà sociali. Con Bondi avremo dunque una Forza Italia concepita più come strumento di cambiamento che come partito. Bondi dovrà saper coniugare idealità e realismo, affermare il valore della libertà e del cambiamento e contribuire al successo del governo Berlusconi che ne è lo strumento democratico. Dovrà anche porsi al servizio del paese reale. Un compito tanto più impegnativo quanto più il nostro paese continua a essere ingombrato dalle tre anomalie che ne impediscono il cammino: una sinistra che finora ha mancato tutte le occasioni per rinnovarsi democraticamente, una parte della magistratura che si ostina a perseguire finalità di tipo politico, un’informazione partigiana e sbilanciata a favore della sinistra e dei suoi blocchi di potere. Pubblichiamo oggi un più ampio sunto dell’intervento di Sandro Bondi a Rimini. Troverete accenni e approcci al dato politico che spiegano la naturale sintonia che, ad ogni occasione di rapporto, Silver Team ha sempre riscoperto nei confronti del nuovo coordinatore nazionale di Forza Italia.
The Silver Team
C’è chi ha detto che le canzoni sono un viatico della nostra vita. Lo penso anch’io. E vorrei citare una canzone di Giorgio Gaber, dalle parole bellissime dedicate ai bambini ma rivolte a noi padri adulti: «Non divulgate illusioni sociali, non gli riempite il futuro di vecchi ideali, non indicate per loro una via conosciuta, ma se proprio volete insegnate soltanto la magia della vita, raccontategli il sogno di un’antica speranza. Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente: stategli sempre vicini, date fiducia all’amore, il resto è niente!».
In queste parole la crisi delle ideologie moderne non si converte nell’indifferenza o nel disinteresse a porsi la domanda sul senso della vita (vera “malattia mortale” dell’Europa all’inizio di questo millennio), ma si apre a un pensiero “nuovo”, capace di accogliere le sorprese della vita, di volere la vita, come ricorda lo slogan del Meeting di quest’anno. Un pensiero capace di riscoprire la magia della vita, il dono della vita rispetto a ogni realtà programmata e dedotta dalla ragione, capace di accettare il ceppo doloroso della sofferenza. E di sapere che l’emancipazione non ci libera dalla necessità della redenzione, della speranza fondata sulla fede.
Il vero progresso
L’ideologia intende cambiare il mondo e la vita a partire dal concetto che la realtà vissuta deve adeguarsi alla realtà programmata. Promette il Paradiso in terra (come il comunismo), ma produce sofferenza, povertà, morte e distruzione, soffoca la libertà e la dignità dell’uomo. Chi ha formulato un pensiero radicalmente alternativo a tutte le ideologie fondate sulla violenza e sulla negazione della dignità umana, sono state donne come Simone Weil, Edith Stein ed Etty Hillesum. Grazie a loro, possiamo immaginare una politica diversa, al femminile, che sostituisce alla logica ferrea del potere la logica della comprensione, del dono e dell’amore. Mi ha colpito un passo del diario di Emilia Vergani: «La lotta contro il pensiero che diventa totalizzante è vinta dall’esperienza di Dio momento per momento». La vera libertà è nel vivere istante per istante. È nel fare il bene momento per momento. È nell’amare il compito e il destino dell’altro. Educare alla libertà significa perciò fare delle scelte, assumere un impegno non in base alle ideologie o agli interessi, ma sulla base dei valori autentici, che nascono dai veri desideri e dalla nostra capacità di realizzarli. Oggi, in un tempo di cambiamenti radicali in cui i rapporti sociali prescindono sempre di più dalla politica, la democrazia entra in crisi come strumento per gestire l’evoluzione e trasformazione del mondo, gli individui si sentono sempre più soli e afflitti da insicurezza e angoscia, a me pare che l’unico progresso possibile possa derivare non dalla realizzazione di progetti politici astratti, ma dalla nostra coscienza, da una rivoluzione interiore, da un impegno prima di tutto verso noi stessi, per affrontare poi l’impegno verso il mondo.
La novità di Forza Italia
Ecco perché Forza Italia. Forza Italia si fonda sul valore della coscienza, della persona, dell’umanità, della spiritualità e della libertà. Concepisce la politica come strumento di elevazione umana. Ama la vita e desidera giorni felici per tutti. Garantisce la libertà operosa degli uomini e di tutti gli enti che la libertà dell’uomo è venuta creando, dalla famiglia al sindacato, alla vasta gamma di esperienze piene di significato umano. Silvio Berlusconi ha impresso forza alla libertà e ha conferito alla politica la qualità propria della sensibilità femminile ad avere il potere non per primeggiare, ma per poter donare, fare, costruire, risolvere i problemi, creare una società in cui si possa finalmente realizzare l’umanità dell’uomo e della donna. Forza Italia non colma quindi il vuoto dei vecchi partiti, ma si pone come soggetto radicalmente nuovo della politica italiana, che ha raccolto un’esigenza di rinnovamento che da tempo attendeva di essere rappresentata. In Forza Italia hanno trovato una casa i democratici cristiani, i socialisti, i liberali, i repubblicani, i riformisti. E giustamente ciascuno rivendica l’orgoglio della propria storia: ma tutti devono rendersi conto di far parte di un soggetto politico nuovo, che nasce non dalla giustapposizione, ma da una sintesi delle loro diverse storie, che si esprime in valori culturali rinnovati, in una diversa progettualità dove il dire si misura con il fare, con la scommessa quotidiana degli impegni presi, con la chiarezza di un linguaggio che rifiuta le anticaglie e le ipocrisie della vecchia politica. Noi siamo impegnati oggi in due grandi sfide. Cambiare la politica. Cambiare l’Italia. Questa rivoluzione incontra difficoltà, ostacoli, resistenze, che non si superano tornando indietro o ammalandosi di nostalgia, semmai camminando speditamente lungo la strada del cambiamento. Ecco perché Forza Italia non deve trasformarsi in un vecchio partito, ma in uno strumento concepito al servizio delle idee, capace di sostenere il governo Berlusconi e contribuire al rinnovamento dell’Italia, aperta alla partecipazione e al confronto, per attrarre e non per respingere, per scegliere il meglio delle personalità e delle esperienze, per continuare a muovere l’Italia verso orizzonti di libertà.
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