Così Douglas Murray ha scoperto di essere un pericoloso terrorista di destra

Di Rodolfo Casadei
19 Febbraio 2023
Secondo gli analisti governativi di Prevent, il celebre polemista conservatore, al pari di Tolkien, Orwell e Burke, potrebbe spingere qualcuno nelle fila degli estremisti, così come accade coi musulmani che ascoltano Bin Laden
Douglas Murray

Douglas Murray

Potrebbe la lettura delle Riflessioni sulla Rivoluzione in Francia di Edmund Burke, o di 1984 di George Orwell, o del best-seller internazionale La strana morte dell’Europa di Douglas Murray, già consigliere del primo ministro David Cameron, spingere qualcuno sulla china dell’estremismo di destra e farne alla fine un terrorista? La risposta è incredibilmente “sì”, secondo l’Unità di ricerca Informazione e Comunicazione (Ricu) di Prevent, il programma governativo britannico inaugurato nel 2003 come strumento di prevenzione della radicalizzazione politica a rischio di terrorismo e tuttora operativo con un budget di 40 milioni di sterline all’anno.

Lo ha scoperto con incredulità lo stesso Murray e ne ha messo al corrente i lettori del settimanale Spectator, di cui è collaboratore, dopo aver letto le 178 pagine del rapporto commissionato due anni fa dal governo conservatore a William Shawcross, noto giornalista ed ex presidente della Charity Commission.

Fascismo islamico

Fino a poco tempo fa Prevent era oggetto di accese critiche quasi soltanto da parte di associazioni musulmane e organizzazioni per i diritti umani britanniche che accusavano il programma di alimentare il pregiudizio anti-islamico e la discriminazione nei confronti di bambini e adolescenti musulmani e di criminalizzare l’attivismo politico e la libertà di espressione. La nomina di Shawcross come “revisore indipendente” che avrebbe guidato i lavori di revisione del programma ha ulteriormente scaldato gli animi: il giornalista è stato un sostenitore delle politiche del presidente G.W. Bush al tempo dell’invasione dell’Iraq, ha utilizzato nei suoi articoli l’espressione “fascismo islamico” per descrivere l’islamismo politico e in un suo libro ha giustificato la tecnica di interrogatorio del “waterboarding” applicata ai sospetti appartenenti ad Al Qaeda.

Alla levata di scudi ai tempi della nomina è seguito nei giorni scorsi un coro di proteste quando il suo rapporto è stato pubblicato, e fra le critiche da lui mosse all’attuale gestione è apparsa quella secondo cui il programma da tempo dedicherebbe un’attenzione sproporzionata alle minacce di estrema destra, anziché al radicalismo islamico come era alle origini. «Prevent adotta un approccio dilatato nei confronti dell’estrema destra», si legge nel rapporto, «individuando una varietà di influenze che, a volte, è stata così ampia da includere forme moderatamente controverse o provocatorie di commenti orientati a destra che non hanno alcun legame significativo con il terrorismo o la radicalizzazione. Al contrario, quando si tratta dell’islamismo, Prevent tende ad adottare un approccio molto più circoscritto, incentrato sulle organizzazioni proibite, ignorando il contributo delle narrazioni e delle reti islamiste non violente al terrorismo. Prevent deve garantire un approccio coerente e basato su prove per stabilire la sua soglia e i suoi criteri, e deve pure garantire di non trascurare le principali influenze radicalizzanti non violente».

Una revisione parziale

Le reazioni non si sono fatte attendere. Neil Basu, vice commissario dell’unità speciale antiterrorismo della polizia di Londra fino a due anni fa, ha accusato Shawcross di parzialità politica. Secondo costui il rapporto «è influenzato da una posizione di destra secondo cui il terrorismo di estrema destra non è importante o non esiste veramente. Il capo dell’MI5 (il servizio segreto di controspionaggio britannico – ndt) ci dice che esso rappresenta il 20 per cento del lavoro che fanno, quindi lo ascolterei. È un insulto per qualsiasi professionista dell’antiterrorismo suggerire che antepone una particolare ideologia a un’altra», ha affermato. «Quel che fa, è valutare il rischio dell’intelligence iniziale circa la potenziale violenza e stabilire come deve essere affrontata in seguito».

Amnesty International ha colto l’occasione per ribadire il proprio ostracismo nei confronti di Shawcross e il proprio giudizio interamente negativo su Prevent: «Questa revisione è piena di parzialità, errori ed esplicito pregiudizio anti-musulmano. Francamente, non ha nessuna legittimità. Il pregresso di commenti intolleranti da parte di William Shawcross nei confronti dei musulmani e del’islam avrebbe dovuto precludere il suo coinvolgimento in questa mal concepita revisione. Ci sono prove crescenti che Prevent abbia specificamente preso di mira le comunità musulmane e gli attivisti che lottano per la giustizia sociale e una serie di questioni internazionali cruciali, inclusi argomenti come la crisi climatica e l’oppressione dei palestinesi. Ci sono sempre più prove che Prevent sta avendo conseguenze disastrose per molte persone, erodendo la libertà di espressione, reprimendo l’attivismo, creando una generazione conformista e incidendo sui diritti individuali sanciti dalla legge».

Anche Tolkien, Burke e Orwell

Alla reazione di Basu (che afferma l’esistenza di un “razzismo istituzionalizzato” nelle polizie britanniche) e di Amnesty International si contrappongono quelle di Douglas Murray e del ministro degli Interni Suella Braverman (di origine indiana come lo è Basu per parte di padre). «Secondo il Ricu ci sono segnali di pericolo se le persone assorbono informazioni o opinioni da “commentatori pro-Brexit e di centrodestra”», scrive Murray. «Questi includono Jacob Rees-Mogg, Melanie Phillips, Rod Liddle e il sottoscritto! Quindi chiunque legga questa colonna corre il rischio di essere “radicalizzato” tanto quanto un giovane musulmano che ascolta una registrazione di Ayman al-Zawahiri o di Osama bin Laden».

«Sono stato in grado di esaminare parte di questo patetico materiale prodotto a spese dei contribuenti, e posso confermare che c’è di peggio. In un documento del Ricu viene individuato un certo numero di libri, il cui possesso o la cui lettura potrebbe indicare gravi idee sbagliate e quindi potenziale radicalizzazione. Questi includono un libro sulle bande di stupratori di Rotherham, libri di Peter Hitchens, Melanie Phillips e – ancora una volta – miei. Senza volermi vantare, il libro che viene scelto per questo sinistro trattamento è il mio lavoro del 2017 La strana morte dell’Europa. Questo libro ha trascorso quasi 20 settimane nelle liste dei bestseller del Sunday Times, è stato tradotto in dozzine di lingue ed è stato per qualche tempo il libro di saggistica più venduto nel Regno Unito».

«C’è anche una lista di lettura di testi storici che rappresentano campanelli d’allarme per il Ricu. Essi includono Il Leviatano di Thomas Hobbes, Due trattati sul governo di John Locke e Riflessioni sulla Rivoluzione in Francia di Edmund Burke, oltre a opere di Thomas Carlyle e Adam Smith. Altrove il Ricu avverte che la radicalizzazione potrebbe verificarsi da libri di autori tra cui C.S. Lewis, J.R.R. Tolkien, Aldous Huxley e Joseph Conrad. Non scherzo, ma l’elenco dei libri sospetti include anche 1984 di George Orwell!».

Ribaltamento di prospettiva

Commentando il rapporto Shawcross, il ministro degli Interni Suella Braverman ha annunciato che il governo adotterà le 34 raccomandazioni in esso contenute e ha approvato i contenuti più discussi. A sostegno del suo punto di vista che Prevent ha sopravvalutato la minaccia di estrema destra e sottovalutato quella islamista, Shawcross cita i dati del 2020/21, secondo cui il 46 per cento dei 688 casi che sono stati trasmessi al livello “Canale” del programma Prevent (il livello che contatta la persona sospettata e le propone incontri di formazione o di chiarimento), erano il risultato di preoccupazioni per la radicalizzazione di estrema destra. Solo il 22 per cento riguardava l’estremismo islamista. Mentre è un dato di fatto che l’80 per cento di tutte le indagini di polizia in materia di terrorismo nel Regno Unito riguarda gli islamisti, e solo il 10 per cento l’estrema destra.

Quando nel febbraio 2021 era stato nominato revisore indipendente di Prevent, nella lettera di accettazione Shawcross si era difeso dalle accuse di islamofobia: «Il terrorismo, qualunque sia la sua origine, infligge terribili ferite alle anime oltre che ai corpi. Nel mio libro Justice and the Enemy mi sono concentrato sugli effetti devastanti del terrorismo e sulla lunga serie di attacchi criminali perpetrati dai terroristi islamisti nel mondo. Ho sottolineato che le sofferenze più spaventose sono state patite dai musulmani di tutto il mondo. Questo è uno dei motivi per cui è fondamentale distinguere tra la religione storica dell’islam – fonte di arricchimento per molti in tutto il mondo – e l’ideologia politica dell’islamismo. Questo è un punto chiave e desidero ribadirlo. (…) Nel 2012 fui chiamato a presiedere per un mandato di sei anni la Charity Commission. Abbiamo affrontato le sfide rappresentate da conflitti in corso all’estero. La guerra in Siria stava attirando persone e denaro dalle comunità musulmane in tutto l’Occidente. Ho lavorato a stretto contatto con imam, parlamentari musulmani, polizia antiterrorismo e altri per proteggere gli enti di beneficenza islamici e le comunità musulmane dall’infiltrazione da parte dell’Isis e di altre organizzazioni estremiste. Sono molto orgoglioso di ciò che abbiamo fatto per aiutare gli enti di beneficenza e le persone musulmane in quel momento».

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