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Dossier – Invitati al banchetto di nozze di Maria de’ Medici
Delle mostre dedicate al cibo, per rimanere in linea con il tema dell’Expo Milano 2015, tanto per cambiare, davvero piacevole e originale, e rafforzata da un certo background storico, è quella appena inaugurata presso la Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze. Dolci trionfi e finissime piegature. Sculture in zucchero e tovaglioli per le nozze fiorentine di Maria de’ Medici non ci bombarda con lunghe e noiose storie di cibi e di civiltà, ma, come in una giostra, ci porta direttamente al centro di un evento storico, il banchetto tenutosi il 5 ottobre 1600 per le nozze della nostrana Maria de’ Medici con Enrico IV di Francia. Ma cosa rende il pasto dedicato al giorno più bello della “grossa banchiera”, così era chiamata Maria dall’amante del re, Henriette d’Entragues, così particolare e degno di memoria?
Dei dettagli ne siamo a conoscenza grazie alla precisa descrizione che ne dette Michelangelo Buonarroti, gli allestimenti per la tavola regia e per quelle degli ospiti furono progettati dall’architetto, scultore, scenografo e ingegnere Bernardo Buontalenti, mentre di Jacopo Ligozzi è il fantasmagorico mobile, una ‘credenza’ a forma di giglio di Francia, realizzato per presentare ai convenuti al banchetto ben duemila pezzi del tesoro mediceo. Altri dettagli sono giunti fino a noi grazie alla documentazione conservata presso l’Archivio di Stato di Firenze, che ha messo in luce il ruolo cardine avuto sia dalle sculture in zucchero, ovvero quegli ‘alimenti decorativi’ concepiti alla stregua di vere e proprie opere d’arte, sia delle virtuosistiche piegature di tovaglioli, ugualmente proposte nel corso del banchetto alla meraviglia dei partecipanti.
Ecco il mondo fiabesco in cui ci proietta la retrospettiva, aperta fino al prossimo 7 giugno: in una rievocazione suggestiva sia della ‘mensa regia’, che della ‘credenza del giglio’, che della riproduzione d’alcune di quelle figure in zucchero, oggi dovute alla sapiente manualità di Sarah e Giacomo Del Giudice, che nella loro Fonderia a Strada in Chianti hanno lavorato seguendo rigorosamente le tecniche di fusione tradizionali; infine, le ‘piegature’ di tovaglioli realizzate dal maestro Joan Sallas si offrono come documento e trasmissione di un’arte che vide proprio a Firenze, con questo celebre banchetto, il suo apogeo.
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