
Dopo un pastore, presidente dell’Islanda potrebbe diventare una 30enne madre di sei figli
Trentasette anni e sei figli, di cui tre acquisiti. L’ultima è nata appena due settimane fa. Eppure Thòra Arnorsdottir, giornalista di una tv locale, famosa per le sue inchieste sulle banche prima del crollo del sistema fiscale nazionale del 2008, ha deciso: correrà per la presidenza dell’Islanda, l’isola di 300 mila abitanti sperduta a nord dell’Inghilterra. Al settimo mese di gravidanza è riuscita ad accumulare, in una sola giornata, le 1500 firme necessarie per tentare l’elezione alla più alta carica islandese. Un incarico prevalentemente simbolico, ma che può restituire un po’ di stima, dopo anni di sfiducia verso la classe politica e verso l’intero sistema islandese, alle massime istituzioni isolane.
Thora, originaria della remota penisola del Westfjords ma nata a Reykjavik, si laurea in Filosofia politica tra Washington e Bologna, tornando in patria soltanto per inseguire il suo sogno di reporter. E incontra Svavar Halldorsson, anch’egli inviato presso lo stesso canale, single con tre figli a carico. Mettono su famiglia, e intanto raccontano la tempesta di avvenimenti che si sta abbattendo sui ghiacci dell’isola: il flagello economico d’una crisi che anticipa i tempi, l’impossibile tentativo di stabilizzare il mercato pompando artificialmente il valore delle azioni, l’altissimo debito pubblico. Fatti vissuti in prima persona da Olafur Grimsson, attuale presidente, in carica da 16 anni.
L’inconsistenza mostrata dall’economista di fronte agli avvenimenti più difficili per l’isola dalla Guerra fredda sono un’arma vincente per la biondissima madre di famiglia. D’estrazione socialista, dileggiatrice degli sfarzi di destra e imperterrita moralizzatrice della cosa pubblica, ambientalista convinta, Thora non si dichiara femminista, ma spera che la sua possibile vittoria sia d’incentivo per «le ragazze e le donne d’Islanda a puntare agli stessi incarichi di responsabilità degli uomini». Vale anche il contrario: infatti sarà Svavar Halldorsson, il marito, a prendersi in carico la famiglia qualora Thora varchi la porta del Bessastadir, la fattoria-residenza del presidente della Repubblica.
Il 30 giugno i cittadini dell’isola si recheranno alle urne per compiere una scelta che ha il sapore di un passaggio del testimone. La situazione politica dell’Islanda si è certamente stabilizzata con la decisione – tramite referendum popolare – di non restituire i debiti contratti con i paesi creditori. Adesso Olafur Grimsson vanta, nei sondaggi, delle cifre pericolosamente traballanti, e dopo quattro mandati consecutivi è facile che Thora Arnorsdottir possa vincere. E in una nazione dove la più alta carica è stata ricoperta da un pastore mancato (Asgeir Asgeirsson), da un archeologo (Kristjan Eldjarn) e da un’attrice teatrale (Vigdis Finnbogadottir), una neomamma con sei figli certamente non sfigura.
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