
Dopo il divorzio breve, gli accordi pre-matrimoniali. Ovvero: come ridurre la famiglia a contrattino precario

Pubblichiamo la rubrica di Alfredo Mantovano contenuta nel numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti)
Il cardinale Sgreccia ha individuato una legge che, benché mai pubblicata su una Gazzetta ufficiale, ha efficacia superiore a quella di un testo approvato dal Parlamento: è la legge del “piano inclinato”, in virtù della quale, quando sono in gioco temi eticamente sensibili, correre su una strada in discesa rende difficile fermarsi nel punto in cui si pensava di poterlo fare. Nell’ultimo anno questa “legge” ha provocato, uno dopo l’altro, la distruzione di una buona normativa sulla droga, sostituita dalla depenalizzazione di fatto dello spaccio, il divorzio rapido, il divorzio facile, l’anarchia della fecondazione artificiale, la nuova disciplina del doppio cognome.
È finita? Neanche per sogno: mentre al Senato sta per entrare nel vivo il voto sulle unioni civili – espressione che maschera la sostanza del matrimonio fra persone dello stesso sesso –, i relatori del divorzio breve alla Camera, gli onorevoli Alessia Morani del Pd e Luca D’Alessandro di Forza Italia, continuano a correre in discesa: hanno presentato insieme una proposta di legge per introdurre gli accordi pre-matrimoniali. «Anche questo è un atto d’amore – spiega Morani –: due persone che fanno il grande passo possono donarsi la serietà e l’impegno per gestire nel miglior modo possibile non solo il loro legame, ma anche la sua fine». I quotidiani danno notizia dell’iniziativa – la Repubblica in primis – in termini di conquista: a patti chiari fin dall’avvio corrispondono prima un matrimonio, poi un divorzio felici (così dicono!).
Ricapitoliamo. C’era una volta il matrimonio: un atto di impegno pubblico col quale un uomo e una donna assumevano reciproci doveri, e in virtù di ciò, in coerenza con una tradizione plurimillenaria, la loro unione era considerata – da norme costituzionali a essa dedicate – qualcosa di più importante rispetto a una semplice e occasionale convivenza. La famiglia fondata sul matrimonio godeva di un regime privilegiato la cui specificità si correlava non solo con la forma solenne dei vincoli assunti, bensì pure con la sua funzione sociale, consistente nella trasmissione della vita e nel mantenimento della comunità.
Perché adopero il tempo passato? Per la semplice ragione che il loro contenuto è svuotato. Se Camera e Senato, con pochissimi valorosi contrari, stabiliscono che basta un anno di separazione – sei mesi se vi è accordo – per divorziare, e sminuiscono questa unione al punto che per scioglierla non è più necessaria una figura pubblica come quella del giudice: è sufficiente che i coniugi vadano dai loro avvocati o da un impiegato comunale; e se contestualmente si sta per votare un testo che rafforza i profili formali delle unioni fra persone dello stesso sesso, con l’equiparazione di esse al matrimonio, possibilità di adozione inclusa; se è vero tutto questo, matrimonio e convivenza pesano allo stesso modo sui due piatti della bilancia. E quindi il matrimonio ha perso la sua forza responsabilizzante: chi lo sceglie conclude un contratto di natura tendenzialmente privatistica senza più vedere in esso l’impegno-chiave della propria esistenza.
Quando sorge un problema all’orizzonte, sarà più facile rimuoverne la causa che affrontarlo: soprattutto se rescindere un matrimonio è diventato più semplice che disdire un contratto di telefonia mobile. L’ulteriore tappa dell’affievolimento del matrimonio saranno gli accordi pre-matrimoniali: cioè la trattativa fondata sulla prospettiva che la famiglia finisca, prima ancora che venga formata.
Quanto sono consapevoli i parlamentari, e chi ne sostiene mediaticamente il lavoro demolitorio, che tutto ciò avrà effetti sull’apertura alla vita, cioè sul futuro materiale di una comunità e di una civiltà? L’esperienza del Dopoguerra insegna che se si ama la vita si possono ricostruire le città devastate dalle bombe, e la famiglia è la struttura portante della ricostruzione. L’esperienza di questi anni di dissennata guerra alla famiglia e al matrimonio insegnerà che ci sono bombe più micidiali di quelle vere. Possono essere costruite e adoperate per via democratica. E per assenza di ragione e di coraggio.
Foto divorzio da Shutterstock
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I governi post Berlusconi (l’ultimo ad aver governato legittimato da regolari elezioni), ovvero Monti, Letta e Renzi, avevano il preciso e limitato compito di gestire la crisi economica.
Non governi con un mandato politico ampio, quindi, ma bensì circoscritto alle emergenze economiche.
E invece…invece sfruttano l’occasione per portare avanti decisioni politiche che modificano sensibilmente anche il quadro sociale, come appunto i divorzi brevi o i matrimoni gay!
E questo grazie al NCD di Alfano, pseudo cattolico di fatto stampella di un governo anticattolico.
Tutti questi provvedimenti del Governo mi trovano perfettamente d’accordo. Patti chiari, amicizia lunga: in vista del matrimonio, e a scanso di problemi futuri, mi pare ottima cosa stipulare accordi prematrimoniali. Non si sa mai come andranno le cose: tanti matrimoni iniziano con grandi promesse d’amore eterno e poi falliscono clamorosamente. Meglio essere previdenti. E se, nonostante i patti, l’amicizia, in questo caso il matrimonio, non dura a lungo, ben venga il divorzio breve, così non ci saranno coppie di reduci da matrimoni falliti tenute forzatamente legate fra dispetti e rancori. Quando una situazione è sbagliata bisogna porvi rimedio e possibilmente uscirne. Approvo pienamente questi provvedimenti del Governo.
Certo, Filomena, certo…ma poi i gemelli che fanno ? 🙂
Chi ha bisogno di essere previdente non dovrebbe sposarsi. Ad essere previdenti dovrebbero essere non questi coniugi, ma tutti quelli che gli stanno intorno, che al suono di “ah, avete bisogno di accordi prematrimoniali??” Li apostrofano con un “Beh, meglio che non vi sposiate allora!”. Il matrimonio è un istituto pubblico, se la società non può farvi affidamento meglio non celebrarlo. Questi due potranno andare a farsi una pizza assieme quando gli pare. Conti separati, ovviamente.
Lei la pensa così, io no. Punti di vista. Chi non vede di buon occhio gli accordi prematrimoniali e il divorzio breve (e soprattutto di questi tempi bisogna proprio essere ciechi per non vederli di buon occhio) è liberissimo di sposarsi senza alcun accordo prematrimoniale, affidandosi alla buona sorte, e poi, se il matrimonio si rivela un errore clamoroso (eh, capita anche nelle migliori famiglie…), nessuno lo obbliga a divorziare. Continui pure a vivere una vita d’inferno con la persona sbagliata, sono affari suoi. Purtroppo la vita può riservare amare sorprese e non basta essere maturi e consapevoli del passo che si sta compiendo: ho visto troppi matrimoni iniziare come belle fiabe d’amore e crollare poi come castelli di carte. Neppure le famiglie reali sono esenti da questi brutti risvegli, si figuri i comuni mortali! Meglio essere previdenti, altroché! Ognuno si sposi pure come gli pare e tanti auguri. Ma a me gli accordi prematrimoniali e il divorzio breve stanno benissimo.
Filomena, e non ci racconti più nulla dei tuoi gemelli educati come in un lager ? 🙂
Dai, quel raccontino è uno dei più esilaranti , o da film horror, a seconda dei punti di vista, che la tua mente abbia mai partorito !
Ma dallo psichiatra ci sei andata o no ?
Dall’ennesimo commento fotocopia di altri medesimi glaciali e aridi e con nick multiplo, sembrerebbe di no.
Oppure, non è uno bravo ! 🙂
Oppure, pensa che sia meglio che ti sfoghi on-line che nella vita reale !
Soprattutto per i tuoi vicini !
Pensa, essere vicino di pianerottolo dell’horror Filomena….brrrrr
Mi sa che è proprio il caso che dallo psichiatra ci vada lei, Giovanna. Non è normale vedere in ogni persona che scrive su questo sito il fantasma di questa tale Filomena. Io ho diversi amici che hanno scritto su questo sito e che mi hanno detto: “Se scrivi su Tempi guarda che c’è una psicopatica che si firma Giovanna, è fissata con una tale Filomena e chiama con questo nome chiunque scriva su quel sito. Tu ti puoi chiamare Tizio, Caio, Sempronio, Pinco Pallino o Lady Oscar, puoi essere uomo, donna o una via di mezzo, ma puoi contarci che questa squilibrata vedrà in te il fantasma di Filomena e ti attribuirà storie ed episodi di cui tu non hai mai nemmeno sentito parlare!”. I miei amici ci sono passati tutti, sono stati tutti rinominati Filomena. E sapesse che risate ci siamo fatti, Giovanna! Non è mica normale essere ossessionati da un fantasma e vederlo in chiunque posta un commento e non è normale inventarsi storie e attribuirle agli altri. E stiamo cominciando a pensare che anche il personaggio di questa Filomena se lo sia inventato lei, Giovanna. O magari è il suo alter-ego. Chissà, tutto può essere quando si ha la mente sconvolta. E poi dice agli altri di andare dallo psichiatra! Ma si ritiri, to’, ritorni nel suo mondo immaginario e distorto. Io non ho tempo da perdere con gente fuori di testa!
Bravo o brava, Sanaan! Finalmente una persona che ha messo in riga quell’odiosa psicopatica di Giovanna! Ci voleva proprio qualcuno che le rispondesse per le rime! Ah, naturalmente anch’io sono una delle tante persone che questa pazza ha ribattezzato Filomena! Ah, ah, meraviglioso! Sanaan, il suo intervento mi ha fatto proprio piacere! Mitico!!!
Carissimo “un altro”, tanto psicopatica non sono, se Filomena è stata colta con le mani nella marmellata, sbagliandosi ad inserire il nick, per ben tre volte !
Che effetto ti farebbe se ti trovassi a discutere nella stessa occasione con Giovanna, Roberta, Antonella e Giuseppina e poi, a causa di un errore nello scrivere il nick, capissi che si tratta sempre di Giovanna ?
Chi definiresti psicopatico, chi subisce o chi mente spudoratamente ?
Non sprecare il tuo parco-insulti così a vanvera : ci sono le prove provate delle menzogna di Filomena, se vuoi te le posto tutte e tre, sebbene qualcosa mi dica che le conosci perfettamente !
Io credo di essermi sbagliata solo una volta e l’ho ammesso : c’era troppa vita in quel commento, negatività a palate, ma vita !
E invece Filomena, in tutti i suoi multi-nick, è di una noia mortale , fredda, glaciale, arida…..come questa Sanaan…pari pari.
Lo zombi di Filomeno, con disonore deceduto sul campo per la vergogna, risorge dal sepolcro di guano dove si è sotterrato cantando sempre la solita tiritera col solito tono insulso e anodino.
Chi vuol dar pace eterna alle povere spoglie cambi disco, invece di insultare.
Uno studio statistico ha rivelato che quando qualcuno nei social media riferisce fatti accaduti ad amici e conoscenti nella maggior parte dei casi si riferisce in realtà a se stesso… Ciò potrebbe avvalorare la tesi di Giovanna.
…è visto che parli di questo gruppo di amici che postano una tantum sempre sugli stessi temi e con argomenti simili, mi verrebbe da pensare che siete degli influencer.
No, non credo , caro Emanuele, che Filomena abbia manco mezzo amico !
E siccome non ha amici , si moltiplica lei !
Pensa , ora si attribuisce il nick “Sanaan”, dicendo che i suoi amici che postano qui vengono chiamati tutti “Filomena ” e poi si chiede se questa Filomena esista davvero ! Curioso, per una che frequenta il sito da parecchio e che non può non essersi imbattuta in Filomena : c’era , con tutta la sua freddezza e disumanità, sotto TUTTI gli articoli che riguardavano matrimonio e aborto e gender !
E Sanaan dubita che esista , curioso, curioso davvero !
Ma alla fine, tutto ciò, non fa che dimostrare che senza l’ausilio di montagne di menzogne ( dai gemelli in su ), le tesi mortifere di Filomena non stanno in piedi !
La menzogna è strutturale alle tesi mortifere !
La verità è per la vita !
Cara Filomena, magari una volta mi potrò essere sbagliata, per i contenuti simili ( certo non hai l’esclusiva delle idee mortifere, magari ! ) ma la forma arida e glaciale…..quella è riconoscibile !
Pensa, Filomena, oltre la storia dei gemelli, ti devi inventare frotte di amici che scrivono a Tempi ! Che poi, questi “amici ” sono solo i tuoi multi-nick ! E, naturalmente, nominare questi fantomatici “amici” non fa che confermare che sei proprio Filomena : ma chi mai al mondo parla con “amici ” ( che posterebbero a loro volta, dai !!!!, ) di quello che posta sul web anonimamente !?
Ma quali amici, sei sola come un cane, senza famiglia, senza amore, senza amici.
E guarda, che mi dispiace moltissimo….la solitudine è una brutta bestia , peggio anche dei disturbi psichici o della cattiveria ( che in te, diciamolo, si confondono parecchio ! ).
In ogni caso, scrivere un mucchio di frottole , cambiando nome ogni volta ( ti vedo parecchio aggiornata ” Sanaan ” sulle dinamiche del sito, da dove spunteresti ??? 🙂 ), mistificando e imbrogliando per sostenere le proprie idee mortifere, NON è affatto una cosa buona e giusta.
Rassegnati, verrai sempre smascherata per il tuo modo di porti freddo e glaciale, arido e respingente…d’ altra parte sei già stata smascherata a spargere menzogna come Gianni, come il barbuto, come Triestina ( due gemelli, ti sei inventata due gemelli !!!! )…cosa vuoi che sia aumentare l’elenco !
Comunque, una piccola soddisfazione che non ti presenti più come “Filomena “, l’ho avuta ! Perlomeno hai dimostrato una certa vergogna per il tuo comportamento falso e ingannatore !
Ti rinnovo sempre il consiglio di parlare con qualcuno di queste tue problematiche, possibile che non hai proprio nessuno nessuno vicino ? Perlomeno il medico della asl, ce l’avrai ! Apriti, che non può che farti bene . Così , fai paura.
Rassegnati, forse anche a causa delle problematiche psichiche che hai parzialmente ammesso ( autismo ? mi spiace per altri che soffrono di questa patologia e comunque non per questo sono falsi come te ! ), non riuscirai mai a camuffarti del tutto, come , pare, non riesci a smettere di trovare una valvola di sfogo del tuo disagio su questo sito.
Il problema non sono le opinioni personali, ma il riconoscimento sociale del matrimonio. Come chiedeva Michele, che senso ha riconoscere pubblicamente un legame che già nasce con l’idea di concludere alla prima difficoltà (di solito gli accordi prevedono anche i motivi per l’eventuale divorzio).
La tutela pubblica del matrimonio nasce prima di tutto per tutelare i figli (questo lo dice la Saraceno che non è certo una tradizionalista) e per questo non può essere a termine almeno fino a che i figli non sono maggiorenni.
Ma dato che si accetta il matrimonio a termine e una tutela ridotta dei figli, tanto vale abolire completamente questo istituto.
Inoltre, tali accordi non tutelerebbero certo il coniuge più debole, ma quello con il miglior avvocato. Non a caso, tali accordi nascono proprio tra i nobili per evitare di frammentare le proprietà, per garantirsi eredi maschi, etc.
Certo, son punti di vista. Le chiedo: perchè celebriamo i matrimoni? Per fare una bella festa? PEr rendere felice la coppia? Per questo non serve una istituzionalizzazione, ovvero una reazione di tutta la società che assume doveri e ne presume da parte della coppia.
Il matrimonio serve infatti per la comunità, così sa che quello che era diviso ora è unito e può iniziare a costruire sopra a questo legame.
Oggi viviamo una crisi del valore della responsabilità verso la società. Trionfa l’individualismo sopra alla solidarietà. Il matrimonio di conseguenza viene visto come un simpatico cappello da mettere sulle teste degli sposi, da togliere alla prima occasione, lo si svuota di significato, quel significato che permetterebbe alle famiglie cerchie amicali di origine di formare legami con maggiore forza.
Il matrimonio andrebbe solidificato, non indebolito, così chi lo contrae lo farebbe in modo più solido, per il bene della coppia (che ci penserebbe meglio) e della comunità (che potrebbe contare sulla coppia).
Gli affari privati di una coppia, il piacere che trae nello stare assieme, quelle sono cose che non richiedono una istituzionalizzazione, un matrimonio.
Signor Michele L., su qualsiasi argomento si può dire tutto e il contrario di tutto. Dipende sempre da come ciascuno la pensa. Io non ho alcuna difficoltà ad accettare le opinioni degli altri, ma mi tengo la mia. Il matrimonio, per me, è una questione privata: il mio matrimonio riguarda me, non i miei vicini di casa, e a me non riguarda il loro matrimonio. Ma torno a dire, soprattutto quando si prendono impegni come questo e in tempi come questi, è meglio essere previdenti perché davvero, oggi più che mai, non si può mai essere sicuri che tutto filerà liscio. Ci sono coppie che si sposano in modo avventato; altri sono pressati dalle famiglie, soprattutto se sono fidanzati da molto e abitano in un piccolo centro dove tutti si conoscono, e quindi temono i pettegolezzi della gente… Insomma, ci sono tanti motivi per cui una coppia si sposa. Tutti quelli che si sposano sono convinti, in quel momento, di fare la scelta giusta, ma poi la vita coniugale si rivela ben diversa da quella che sognavano. Guardi quante coppie non vanno d’accordo, guardi quante divorziano! Sicuramente sarebbe necessaria una maggiore consapevolezza da parte degli sposi: essere davvero maturi, responsabili, convinti (ma davvero, e dopo averci riflettuto bene) del passo che si sta compiendo. Ma questo, forse, non sarà mai possibile: quando si ha a che fare con un’altra persona, non si può veramente programmare ogni dettaglio. E allora io ripeto: ben vengano accordi prematrimoniali e divorzio breve. Se non è possibile cancellare un errore commesso, almeno è possibile rimediare. Io la penso così.
Filomena , la tua descrizione del matrimonio è agghiacciante come al solito : ma possibile che in tutta la tua vita non hai incontrato qualche coppia che lo vivesse con gioia e donazione reciproca e non come mero scambio di favori ?
Ancora ricordo la tua descrizione dell’uomo che dicevi essere tuo compagno : molti avrebbero messo più sentimento nella descrizione di un comodino !
Ti sei persa tantissimo della vita, per questo tuo rifiuto della vita e della vitalità e della gioia che dà l’accoglienza dell’altro, che sia il proprio uomo, che sia un figlio.
Ti assicuro che esiste la possibilità di non considerare l’altro a mero scopo utilitaristico !
E la vita si colora !
Dai, in fondo al tuo animo, anche se ben nascosto, ben deve comunque esserci un desiderio di pienezza e di felicità e di lealtà !
Solo il fatto di aver messo nero su bianco la necessità estrema che hai di mistificare e imbrogliare, non assumendotene nemmeno la responsabilità, ti deve mettere per forza davanti al tuo abisso personale ! E da qui, provare a cercare un po’ di luce, lasciando la tenebra grigia in cui sei immersa ! Io, come sempre, te lo auguro !
Signora Giovanna, come ho già spiegato, io non ho nulla a che vedere con questa Filomena e credevo che fosse chiaro. Sto cominciando a perdere la pazienza. Non sono disponibile a tollerare oltre i suoi insulti. La informo di aver segnalato alla Redazione di Tempi il suo comportamento provocatorio e offensivo, che è al limite della denuncia. Io non sono Filomena e non so nulla di tutte queste storie che lei descrive. Se lei ha problemi, si curi. Se invece è in grado di intendere e di volere, veda di regolarsi di conseguenza. Mi lasci in pace, signora Giovanna.
Purtroppo per te, caro Sanaan, non è vero che si può vestire tutto dell’abito dell’opinione.
Ad esempio dire che il matrimonio è una “questione privata” è oggettivamente una sciocchezza sesquipedale.
Quoto, 100%
Ormai ai cosiddetti laici non resta che assumere il coniuge con contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti.
@Cisco: il matrimonio (inteso come istituto civile) è già oggi un contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. Però pensa come questo nuovo istituto (quello degli accordi prematrimoniali) possa invece valorizzare il matrimonio. Già solo pensare a stipularli dà una idea di quanto si sia convinti che il (futuro) matrimonio sia destinato a finire, quindi può essere un ottimo segnale d’allarme per i futuri coniugi, che dovrebbero chiedersi “perché stiamo pensando ad un accordo? siamo veramente convinti di sposarci oppure già sappiamo che non durerà?”
Io per esempio direi che ad una coppia che fa un accordo pre-matrimoniale non dovrebbe essere consentito di sposarsi in chiesa, perché è un controsenso giurarsi eterna fedeltà ed al tempo stesso preoccuparsi della fine di quella “eterna fedeltà”. Magari ci saranno meno matrimoni religiosi, ma di certo più consapevoli
Sono d’accordo con lei Nino, anche se a questo punto mi chiedo: abbiamo bisogno di matrimoni di “serie B”, quando già quelli di “serie A” non sono unioni tra persone che vogliono veramente dedicarsi l’una all’altra e insieme alla società? Il matrimonio dovrebbe aiutare tutti, non solo gli sposi, a sentirsi più uniti. Se ci si unisce “con riserva”, direi che se ne può fare benissimo a meno.
Esistono persone che si sposano convinte e motivate ma, nonostante tutto, il matrimonio non funziona. Capita. Hanno senso dei matrimoni di serie B? Secondo me possono aver senso unioni (non li chiamiamo matrimoni, se vuoi) con diversi livelli di impegno (ovvero diversi livelli di diritti e di doveri reciproci). Ovvero tra il nulla ed il matrimonio può esserci spazio per un livello intermedio, che può anche essere un passo temporaneo verso qualcosa di più impegnativo .
Poi, il fato che esistano più forme di “ufficializzazioni di unioni” non vuol dire che uni debba per forza ricorrervi, e se uno strumento non viene usato allora si scopre che probabilmente non serviva
Francamente Nino non vedo molto la necessità di normare i fidanzamenti, i “forse ci sposiamo” i “siamo assieme con riserva”. Queste coppie meglio che scoppino. Come dice bene lei, ci sono moltissime coppie che scoppiano anche dopo il matrimonio. Questo accade per una grave mancanza della cultura dello stare assieme, della responsibilità sociale. Quando si è in coppia non si è soli, si uniscono famiglie, amici, molte persone che su quel legame ci contano. La separazione è un evento che impatta quindi proprio quel tessuto che l’unione dovrebbe favorire. Per questo è meglio che le coppie riflettano per bene. D’altra parte delle unioni solide sono auspicabili e creare degli “scalini” potrebbe ridurre la propensione ad una seria presa di responsabilità.
Io in definitiva metto l’interesse sociale davanti a quello della coppia. Credo che le mezze misure siano deleterie, rallentino la maturazione della coppie e siano un costo sociali inutile. Dunque sono contrario.
Una qualunque forma di accordo prematrimoniale rende nullo de facto il matrimonio cattolico già adesso.
De facto o de lege? Non credo che il diritto canonico ne parli