Dopo il Cinquecento, il rosso sarà il colore dominante a Firenze

Di Gianfranco Ferroni
09 Agosto 2017
A Palazzo Strozzi, una mostra di oltre settanta opere di artisti come Michelangelo, Bronzino e Giorgio Vasari, mentre in periodo elettorale, un'esposizione sulla "Nascita di una Nazione"

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A Firenze si punta sul Rinascimento: è il richiamo migliore per attirare i turisti, è il core business della città. Così, dal 21 settembre e fino al 21 gennaio del prossimo anno le sale di Palazzo Strozzi ospiteranno la mostra Il Cinquecento a Firenze. Tra Michelangelo, Pontormo e Giambologna, esposizione mostra dedicata all’arte cinquecentesca fiorentina ideata per mettere in dialogo oltre settanta opere di artisti come Michelangelo, Bronzino, Giorgio Vasari, Rosso Fiorentino, Pontormo, Santi di Tito, Giambologna, Bartolomeo Ammannati. Si tratta dell’ultimo atto di una trilogia di mostre di Palazzo Strozzi a cura di Carlo Falciani e Antonio Natali, iniziata con Bronzino nel 2010, e proseguita con Pontormo e Rosso Fiorentino nel 2014: la rassegna vuole celebrare una eccezionale epoca culturale e di estro intellettuale, segnata dalla Controriforma del Concilio di Trento e dalla figura di Francesco I de’ Medici, uno dei più geniali rappresentanti del mecenatismo di corte in Europa.

Quella di Bronzino fu un’esposizione unica nel suo genere, la prima dedicata all’opera di uno fra i più grandi pittori del Cinquecento, Agnolo di Cosimo, detto il Bronzino (1503-1572), raffinato pittore di corte negli anni del governo di Cosimo I de’ Medici, fra i più grandi dell’arte italiana. Ottenne prestiti dai più importanti musei del mondo offrendo al visitatore la possibilità di ammirare una settantina di opere pittoriche dell’artista (l’80 % della sua produzione), più altre di Pontormo, Cellini, Tribolo, Bandinelli, Pierino da Vinci, Alessandro Allori. Quindi, la mostra dedicata all’opera di Pontormo e Rosso Fiorentino, i pittori più anticonformisti e spregiudicati fra i protagonisti del nuovo modo di intendere l’arte in quella stagione del Cinquecento italiano che Giorgio Vasari chiama ‘maniera moderna’. Due artisti che si formarono con Andrea del Sarto pur mantenendo entrambi una forte indipendenza e una grande libertà espressiva: uno, Pontormo, fu pittore sempre preferito dai Medici e aperto alla varietà linguistica e al rinnovamento degli schemi compositivi della tradizione, l’altro, il Rosso, fu invece legatissimo alla tradizione pur con aneliti di spregiudicatezza e di originalità, influenzato anche dalla letteratura cabalistica e dall’esoterismo.

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Ma il colpo d’occhio da sottolineare sarà quello dedicato al periodo elettorale, ovvero quella della prossima primavera: sì perché per una singolare coincidenza, dal 16 marzo al 15 luglio, dopo Il Cinquecento a Firenze. Tra Michelangelo, Pontormo e Giambologna, il turno toccherà alla mostra intitolata Nascita di una Nazione. Arte italiana dal Dopoguerra al Sessantotto, curata da Luca Massimo Barbero e vivacizzata dalla visione dello storico quadro di Giulio Turcato ricco di bandiere rosse. Un viaggio tra arte, politica e società attraverso opere di artisti come Renato Guttuso, Lucio Fontana, Alberto Burri, Mario Schifano, Mario Merz e Michelangelo Pistoletto. Il rosso sarà il colore dominante a Firenze. Ma stavolta il protagonista non sarà Rosso Fiorentino.

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