Dire “ti adoro” a una donna

Di Donnini Debora
18 Luglio 2002
È interessante leggere nel libro Affezione e Dimora il racconto di un incontro di don Luigi Giussani con un suo ex-alunno

È interessante leggere nel libro Affezione e Dimora il racconto di un incontro di don Luigi Giussani con un suo ex-alunno, «un tipo caratteriale», «un tipo che non parlava con nessuno tranne che con me che ero il suo professore». L’uomo racconta a Giussani di essersi innamorato, sposato e di essere contento, proprio come Giussani gli aveva detto tanti anni prima. «Però – afferma l’uomo ad un certo punto – ci sono momenti in cui penso che avevo ragione. Quando dico a mia moglie: “Ti adoro, tu sei mia e io sono tuo, ti vorrò bene per sempre”, mi viene da ridere, perché capisco che sono tutte balle». E Giussani gli risponde: «Ma se tu guardassi alla tua donna come l’emergere, in mezzo a tutto il mondo, di qualcosa di unico… come l’emergere del Mistero che fa il mondo e tocca te, che riguarda te e vuole te; se tu la guardassi come il punto, l’emergenza in cui il Mistero predilige te, potresti dire “ti adoro” alla tua donna. Allora puoi dirle ti adoro veramente».

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