
La diplomazia infinita di Macron, che chiama Putin ma conclude poco

Parigi. Sui giornali francesi, è tutto un celebrare il Macron diplomatico, l’unico leader europeo a cui Putin presterebbe ascolto nel quadro della guerra in Ucraina. Alcuni parlano di “diplomazia del telefono” con lodi sperticate all’inquilino dell’Eliseo, il Figaro e il Parisien, addirittura, hanno dedicato uno speciale ai “segreti” delle conversazioni telefoniche tra il presidente francese e il capo del Cremlino, e le groupie del macronismo sono andate in fibrillazione quando Soazig de la Moissonière, la fotografa ufficiale, ha pubblicato alcuni scatti di Macron con barba di tre giorni, capelli stropicciati e la felpa delle forze speciali.
Per il NYT non è «molto efficace»
Ma al di là dello storytelling, delle foto a favor di clic e dei discorsi gonfi di retorica della comunicazione dell’Eliseo cos’ha fatto realmente il capo dello Stato francese per le sorti della guerra? Quali sono, concretamente, i risultati portati a casa da Macron dall’inizio del conflitto in Ucraina?
Il New York Times, in un articolo firmato da Roger Cohen, ha scritto senza troppi di giri di parole che il capo dello Stato francese è certamente un «diplomatico perseverante, ma non molto efficace», un ottimo uomo della comunicazione, che assieme alla sua squadra di consiglieri e collaboratori sa maneggiare i media e portarli da sua parte, ma decisamente poco concreto. «Se la diplomazia si misura in termini di perseveranza, Macron è un diplomatico superlativo. Se si misura in termini di risultati concreti, il verdetto risulta invece meno favorevole», commenta Roger Cohen.
Annunci roboanti e pochi fatti
Negli ultimi quattro mesi, l’inquilino dell’Eliseo ha chiamato 18 volte il suo omologo russo (lo ha anche incontrato di persona, a Mosca). E dall’inizio della guerra, lo scorso 24 febbraio, a ogni chiamata sull’asse Parigi-Mosca è seguita una comunicazione scritta dell’Eliseo e un racconto per immagini sui social. «Ogni volta che c’è una chiamata lo sappiamo, l’Eliseo lo fa sapere e c’è una messa in scena con immagini ufficiali pubblicati sui social network», ha spiegato a Ouest-France l’esperta di comunicazione Amandine Ciappa.
Ma agli annunci roboanti dell’Eliseo dopo ogni conversazione sono seguiti i fatti? Non proprio. Basti pensare a quando la presidenza della Repubblica francese, lo scorso 28 febbraio, comunicava al mondo occidentale con toni trionfali di aver convinto Putin a “preservare i civili”, salvo poi svegliarsi il giorno dopo e rendersi conto che il capo del Cremlino aveva fatto esattamente il contrario. Il suo attivismo diplomatico, rafforzato dal fatto che la Francia il 1° gennaio ha assunto la presidenza di turno del Consiglio dell’Ue, dà più frutti, secondo la maggior parte degli osservatori, in politica interna.
Macron ha narcotizzato il dibattito sulle elezioni
I francesi sembrano quasi aver dimenticato che il prossimo 10 aprile si terrà il primo turno delle elezioni presidenziali (il secondo turno si svolgerà il 24). Macron, indossando l’elmetto di chef de guerre ed ergendosi a «padre della nazione», è riuscito ad addormentare la campagna elettorale, a evitare qualsiasi dibattito sul suo mandato e ogni sorta di confronto faccia a faccia con gli altri candidati perché troppo occupato dalla sua agenza internazionale. «Macron approfitta dell’effetto ‘chef de guerre’», ha scritto il Figaro commentando i sondaggi.
In vista del primo turno, l’attuale inquilino dell’Eliseo è ampiamente in testa, con una percentuale tra il 27 e il 30 per cento, davanti alla leader del Rassemblement national, Marine Le Pen, che viaggia tra il 18 e il 20 per cento. Ieri, Macron e Putin si sono parlati al telefono per la diciottesima volta. «Attualmente, non ci sono le condizioni» per lanciare un’operazione umanitaria a Mariupol, ha assicurato l’Eliseo al termine del colloquio. Il presidente russo, secondo quanto comunicato dalla presidenza della Repubblica francese, ha detto a Macron che «rifletterà» sulla sua proposta di evacuazione prima di dare una risposta. Anche ieri, insomma, la telefonata Parigi-Mosca si è conclusa con un nulla di fatto.
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