
Dimmi chi aiuti e ti dirò chi sei
Due settimane fa vi abbiamo intrattenuto sulla flessione degli aiuti ai paesi poveri nel corso dell’ultimo decennio e sugli impegni (solamente orali) per un sostanzioso rialzo degli stanziamenti che Usa e Ue hanno preso alla conferenza Onu di Monterrey. Ma al di là dell’andamento dei flussi, è interessante analizzare anche quali sono i principali destinatari dell’Aiuto pubblico allo sviluppo (Aps, da cui sono esclusi gli aiuti militari) dei paesi ricchi. Scopriremo facilmente che a guidare la scelta dei donatori non è tanto la volontà di beneficiare i più poveri o i più meritevoli, quanto piuttosto esigenze strategiche o economico-commerciali, che solo fortuitamente possono coincidere con criteri più oggettivi.
Se prendiamo i quattro membri europei del G7 e gli Usa, la verifica è semplice. Il primo e il quarto paese della lista dei beneficiari degli aiuti americani sono Russia e Ucraina, le due entità politico-militari più grosse prodotte dalla frammentazione dell’ex impero sovietico e dotate degli arsenali nucleari più inquietanti; il secondo e il terzo sono Israele ed Egitto, che con gli Usa firmarono la storica pace di Camp David. La Francia sedicente cosmopolita riversa le cifre più alte nei suoi ultimi caposaldi coloniali. Il Regno Unito concentra gli aiuti sulle sue ex colonie più povere, che potrebbero essere tentate di lasciare il Commonwealth. La Germania investe in Oriente e cura i rapporti con chi le fornisce manodopera senza pretendere che agli emigrati sia concessa la nazionalità tedesca (Turchia). L’Italia investe in Russia, tampona l’emigrazione selvaggia dall’Albania, cura gli interessi dell’Agip in Congo e dona senza una vera politica in Bosnia.
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