
Digital divide: a Sud qualcosa si muove
Quest’anno la celebrazione da parte dell’Onu della Giornata internazionale per lo sradicamento della povertà è stata rinviata a causa degli attentati alle Twin Towers dell’11 settembre. Peccato, perché il tema scelto era più stimolante del solito: il digital divide, cioè il divario fra paesi ricchi e paesi poveri per quanto riguarda le tecnologie informatiche. Come si può notare dai dati statistici riportati nella tabella qui a fianco, fra il 1998 e il 2000 il divide è cresciuto in termini assoluti, anche se i paesi poveri hanno fatto meglio degli Stati Uniti quanto a incremento percentuale: mentre gli Usa hanno raddoppiato la percentuale di popolazione che utilizza Internet, i paesi ex comunisti l’hanno quintuplicata, i latinoamericani, gli africani e gli asiatici dell’Estremo Oriente l’hanno quadruplicata e gli arabi triplicata. Ma poiché tutti questi partivano da tassi estremamente bassi (0,1-0,8 per cento della popolazione), il divario in realtà ha continuato ad aumentare. Per contribuire ad affrontare questo problema, l’Undp (Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, l’organismo Onu che più si occupa di povertà) ha lanciato una partnership con la Markle Foundation ed Accenture (società private di consulenza tecnologica) per aiutare i paesi in via di sviluppo (pvs) ad attuare strategie a favore della diffusione al loro interno delle Ict, Information and communication technologies. Fra il ’95 e il 2000 gli utenti di Internet sono passati da 16 milioni a 400 milioni a livello mondiale, ma l’88 per cento circa di essi (il dato è relativo al ’98) vive nei paesi industrializzati. Qualche segnale positivo però comincia a venire anche dai pvs. Secondo tutte le proiezioni, nel 2005 il 12 per cento di tutti i latinoamericani dovrebbe avere accesso a Internet, una percentuale quasi doppia di quella dei paesi Ocde (cioè i più ricchi) Usa esclusi nel 1998. In India le esportazioni di prodotti Ict sono passate da un valore di 150 milioni di dollari nel 1990 a uno di 4 miliardi nel 1999, e secondo alcune stime dovrebbero toccare i 50 miliardi nel 2008. In Cina, se si considera tutto il paese gli utenti di Internet sono molto pochi, ma fra i 27 milioni di abitanti di Pechino e Shanghai sommate sono ben 5 milioni. Come al solito, c’è un Terzo mondo che si muove e uno che sta fermo.
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