
Diffondiamo ragioni e verità del Papa per servire il bene del popolo tutto
Pubblichiamo in anteprima l’editoriale di Luigi Amicone del numero 2 di Tempi, in edicola da domani insieme al settimanale dell’Osservatore Romano.
Quando un paio d’anni fa ci fu offerta l’opportunità di presentarci e scambiare due parole con Benedetto XVI, non avremmo mai immaginato che a partire dal numero che hai per le mani, caro lettore, Tempi e L’Osservatore Romano avrebbero camminato insieme. E invece è successo. D’ora in avanti, sia gli abbonati sia gli acquirenti in edicola riceveranno i due giornali in abbinata e senza costi aggiuntivi. Come è nato e quale sia lo scopo del sodalizio è presto detto. In occasione del 150esimo anniversario dalla fondazione dell’Osservatore Romano volevamo fare un regalo al Santo Padre. Di qui la nostra proposta di sostenere la conoscenza del suo magistero anche attraverso la diffusione dell’edizione del giornale vaticano che cura la pubblicazione degli interventi svolti dal Pontefice nel corso della settimana. Il direttore Giovanni Maria Vian e l’editore della testata d’Oltretevere hanno subito aderito volentieri all’iniziativa. E così, eccoci al primo numero di una collaborazione molto gratificante per noi che da 15 anni tentiamo una presenza da semplici cristiani nel mondo della comunicazione. Dopo di che, le ragioni stringenti che ci armano di fiducia e responsabilità sono le seguenti.
1. Davanti alle drammatiche sfide dell’attualità, proprio della diffusione e conoscenza di parole piene di ragione e amanti della verità si sente la mancanza. Trovarsi nelle condizioni di aiutare a conoscere ragioni e verità proposte dal Papa, è un modo molto elementare ma concreto di servire il bene del popolo tutto, di qualunque colore e religione sia, vicino o lontano che sia.
2. Per quanto ci riguarda, la nostra storia e linea politica-editoriale sono note e trasparenti a tutti. Non abbiamo altro senso di esistere che l’ideale per cui facciamo un giornale e abbiamo una simpatia totale per qualsiasi ricerca della verità, da qualunque parte essa provenga. Per parlare concretamente: da Comunione e Liberazione, che è l’origine educativa della nostra passione, a Giuliano Ferrara, amico di rara intelligenza e il contrario del “Giornalista Collettivo”, impariamo che nulla di ciò che è umano ci è estraneo.
3. D’altronde: se non per dato statistico, ma per considerazione di cui essi godono agli occhi dei potenti e delle folle, i cristiani sono oggi minoranza. Tanto in Occidente, quanto nel resto del mondo. Un mondo in cui, anche tra cristiani, sembra si faccia a gara per allontanare dallo spazio pubblico la sfida che Cristo porta alla ragione prima ancora che alla fede degli uomini.
4. Ma ecco, infine, la strepitosa sintesi di tutto ciò che vorremmo servire in questo passaggio della nostra impresa: è contenuta in un passo del recente libro-intervista al Papa, dove Benedetto XVI dice: «Tutta la mia vita è sempre stata attraversata da un filo conduttore, questo: il Cristianesimo dà gioia, allarga gli orizzonti. In definitiva un’esistenza vissuta sempre e soltanto “contro” sarebbe insopportabile. Ma allo stesso tempo il Vangelo si trova in opposizione a costellazioni potenti… Sopportare attacchi ed opporre resistenza quindi è un elemento ineliminabile: è una resistenza, però, tesa a mettere in luce ciò che vi è di positivo». Come ci ha sempre insegnato don Luigi Giussani, la critica non consiste nell’abbattere ciò che non vale, ma nel riconoscere ciò che vale anche in mezzo alla melma. «Vagliate tutto e trattenete il valore» ingiungeva Paolo ai primi cristiani. Cioè, rincarava Giussani, «trattenete la bellezza». Per tutto questo cominciamo il nuovo anno con rinnovato entusiasmo.
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