
«Difendere i cristiani perseguitati non è un hobby chic». I sette consigli del cardinale Dolan

«Difendere i cristiani perseguitati non è un hobby chic», ha dichiarato il cardinale Timothy Dolan, invitato il 7 maggio scorso dall’Hudson Institute a New York a una conferenza sul dramma dei cristiani minacciati dallo Stato islamico in Iraq e non solo. L’arcivescovo della Grande Mela ha elencato sette modi con cui i cristiani occidentali possono aiutare i loro fratelli in Medio Oriente e in tutto il mondo per risolvere questa «emergenza internazionale», riporta il National Catholic Register.
1) Gli americani che si preoccupano dei cristiani perseguitati hanno bisogno di percepire «l’urgenza» di questo problema.
2) Mai scusarsi per il solo fatto di tenere viva la questione. «Stiamo parlando di cristiani decapitati, martirizzati, minacciati e perseguitati in tutto il mondo. Dobbiamo dare risalto incessantemente [a questi fatti], dobbiamo essere “Johnny one note”», dal nome del cantante del musical Babes in Arms che cantava in continuazione una sola nota, ma lo faceva benissimo.
3) Il problema è il terrorismo “islamico-cristianofobico”. «Dobbiamo chiamare le cose con il loro nome: parliamo di un terrorismo fanatico, islamico e cristianofobico. Non dobbiamo avere paura di definirlo come tale».
4) Sostenere i musulmani moderati. «Dobbiamo affermare le voci islamiche genuine e moderate e unirci a loro quando vogliono uscire allo scoperto. Dobbiamo creare uno spazio per loro, soprattutto negli Stati Uniti»
5) Sostenere la causa dei cristiani perseguitati. «Dobbiamo sostenere la loro causa davanti al nostro governo, ma anche davanti ai governi delle nazioni dove avviene la cristianofobia. Se questa azione poi viene dai laici è molto più convincente».
6) Azione interreligiosa. «Abbiamo bisogno di un’azione interreligiosa. I leader ebraici mi guardano negli occhi e mi dicono: “Perché voi cristiani siete così? Imparate da noi. Dovete parlarne continuamente o andrà sempre peggio”».
7) Preghiera e aiuto umanitario. «Non possiamo mai dimenticare l’ottica della fede. Mai sottovalutare il potere della preghiera. Mai smettere di parlare delle sofferenza dei cristiani nel mondo a Messa, mai smettere di pronunciare le parole di Tertulliano: “Il sangue dei martiri è il seme della Chiesa”. Mai smettere di aiutare le organizzazioni che curano le ferite dei cristiani in pericolo, come Aiuto alla Chiesa che soffre».
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5 commenti
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punto 8 bombardare la turchia
La Turchia fa il doppio gioco solo perché è nella NATO e subisce le pressioni degli Americani, altrimenti farebbe un gioco solo: alleato dell’isis.
Stasera, ho parlato fino a poco fa con un geologo che tra qualche giorno andrà in Kurdistan a fare delle consulenze per un’azienda petrolifera, credo norvegese, e non è la prima volta che ci va.
Mi ha raccontato parecchie cose di là, sui Curdi, i Turchi, cosa è davvero l’isis, e sul petrolio.
Per i Turchi il Kurdistan non esiste, fino a poco tempo fa era vietato perfino esprimersi in lingua curda.
Roba da matti, quelli non ci penserebbero due volte a fare ai Curdi quello che hanno già fatto agli Armeni.
Se dipendesse dai Turchi, la vita dei Curdi sarebbe appesa ad un filo.
Cosa vuol dire pane al pane, vino al vino. Vero, Obama?
D’accordo Guido,ma giusto per chiamare le cose con il loro vero nome senza nascondersi dietro generiche affermazioni,perché non dire che i primi,più diffusi e principali bersagli di questa furia bestiale sono proprio i cristiani e proprio per la professione coraggiosa della loro fede in realtà dove si vorrebbe estirparli;proprio in quelle realtà dove il cristianesimo é nato e si é dapprima sviluppato,quelle stesse terre dove l’islam é arrivato secoli dopo…cosa non.accettabile dai.fondamentalisti.Non è solo una presenza fisica,ma anche storica,una memoria.storica che su vuole cancellare.!Grande,come al solito,il.Card.Doolan…grazie!!
Ma non è che bisogna difendere le persone a prescindere della loro religione? E’ a tutti chiaro che questi pazzi dell’IS ammazzano chiunque s’interpongona nel loro cammino, indipendendo dal credo, ideologia, nazionalità o quant’altro.