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Diabolik, quel cattivo che ci piace

Di Amedeo Badini
25 Febbraio 2014

Eva-Kant-e-DiabolikLa nera silhoutte fa capolino nell’ombra, mentre una lama scintillante argentea sfreccia nella fredda aria della notte. Uno Swiss e il corpo cade a terra, morto. Occhi verde smeraldo lampeggiano nel buio di una Jaguar, in attesa che il suo uomo torni vincitore dalla missione. La nuvola di tabacco da pipa avvolge i tormentosi pensieri dell’ispettore, incerto su dove sarà il prossimo colpo, ma ben conscio che non abbandonerà mai la sfida ingaggiata con quello che molti chiamano il Re del Terrore.

Nel 1962, le moderne sorelle della borghesia milanese, Angela e Luciana Giussani, sfidano le convenzioni sociali e i modelli benpensanti ideando e pubblicando un fumetto destinato a far scuola ovunque, in Italia e nel mondo: Diabolik. Mutuando certi canoni francesi del feuilleton di Fantomas, Rocambole e Arsene Lupin, inventano la figura di un fuorilegge implacabile assassino e astuto tessitore di rapine, che non esita ad uccidere e che ruba a chiunque possieda gioielli e contanti. I suoi occhi color dell’acciaio, le sue maschere che lo rendono introvabile, i suoi trucchi meccanici lo rendono davvero un figlio del demonio che tutti temono e nessuno sa come sconfiggere. Solo il probo Ispettore Ginko raccoglie una sfida destinata a durare in eterno.

53-02fL’idea di far parteggiare il lettore per un cattivo fu lungamente perseguitata dalla moraleggiante opinione pubblica italiana, mentre i lettori seppero gradire al volo, come ben racconta il documentario Le sorelle diabolike oppure il bel libro Le Regine del Terrore. E la storia del terribile criminale e della sua bella e spietata compagna Eva Kant, simbolo dell’indipendenza femminile, continua tutt’oggi, sotto la guida del veterano Mario Gomboli.

Sotto di lui, dopo il cinquantesimo anniversario, si vedono ardite innovazioni e brillanti novità, per una testata che ha sempre avuto fedeltà per la sua storia. Il formato tascabile e le due strisce per pagina restano, così come il bianco e nero, ma cambiano le copertine, rese più ad effetto e disegnate sempre dalla brava matita di Matteo Buffagni, si rinnova il parco autori (oltre ai solidi Gomboli, Tito Faraci e lo storico Ezio Facciolo) con i fratelli Ricci, gli sceneggiatori Andrea Pasini, Rosalia Finnochiaro e Licia Ferraresi e si fa sperimentazione con DK e i disegni del maestro Giuseppe Palumbo per lo speciale primaverile.

Capace di diventare icona e di avere una vita propria fuori dal fumetto, in tutta una serie di iniziative collaterali intelligenti e ricche di fascino, Diabolik non invecchia perché sempre capace di dare emozioni e valori. La sua impostazione semplice non delude mai, e il carisma dei personaggi fa il resto, donandoci un fumetto ineludibile nel panorama italiano.

Scomparsi, soggetto e sceneggiatura Ferraresi, Pasini, Finocchiaro e disegni di Buffagni, Montorio, Merati, Astorina, 2.20€, in tutte le edicole

@Badenji

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