Di Pietro piange per Mani Pulite? Fa bene, visto quanta gente ha rovinato

Di Daniele Ciacci
21 Febbraio 2012
A vent'anni dall'arresto di Mario Chiesa, Stefania Craxi ricorda la "rivoluzione" che «scardinò un sistema politico senza rifondarne un altro». E sulle lacrime del leader idv dice: «C'è stata gente che è stata esiliata, molti si sono suicidati, c'è chi ha perso il lavoro, chi la famiglia, chi la vita. Se piangeva per questo, ha fatto bene».

Il 17 febbraio 1992 Mario Chiesa, amministratore socialista del milanese Pio Albergo Trivulzio, fu arrestato e iniziò Mani pulite. A vent’anni dall’evento, tempi.it ha intervistato Stefania Craxi, figlia di Bettino e fondatrice del Movimento dei Riformisti italiani.

Cosa ne pensa delle lacrime di Antonio Di Pietro alla cerimonia di commemorazione di “Mani pulite”?
Ha avuto tutti i motivi per piangere. Soprattutto, guardando anche la situazione attuale. Durante Mani Pulite su 25.000 avvisi di garanzia solo 4.000 sono diventati processi. C’è stata gente che è stata esiliata, molti si sono suicidati, c’è chi ha perso il lavoro, chi la famiglia, chi la vita. Se piangeva per questo, ha fatto bene.

Sul settimanale “Tempi”, con interventi di Mattia Feltri e Ugo Finetti, abbiamo sostenuto la tesi che, nel discorso in Parlamento del luglio ’92, Bettino Craxi avesse voluto sì smascherare l’ipocrisia dell’intero sistema partitico, ma anche evidenziare che la soluzione non poteva passare attraverso la magistratura, ma solo attraverso un intervento della politica stessa.
Bisogna fare una distinzione per evitare confusioni e incomprensioni. Il finanziamento illegale dei partiti era pratica comune a tutto il mondo della Prima Repubblica, ed era chiaramente un sistema illegale, che non può essere giustificato. Ci sono state ovviamente delle degenerazioni e delle corruzioni che, secondo la legge, sono state perseguite e condannate. Su questo, c’è la necessità di essere chiari: altrimenti si rischia di fare di tutta l’erba un fascio, e questo non è giusto. Ma questa è solo una faccia della medaglia, perché poi si è trovato il modo di scardinare un sistema politico senza rifondarne uno nuovo. E qualcuno deve spiegare come mai il finanziamento illecito dei partiti ci sia anche adesso, insieme a fenomeni di malversazioni personali. Mi rendo inoltre conto che questa lettura storica non è condivisa dai più. È scomodo parlarne, e in molti non lo fanno.

Quindi la situazione non è cambiata…
La corruzione non è stata debellata, il finanziamento partiti è un monumentale esempio di ipocrisia. Aver distrutto i cinque partiti principali della prima Repubblica ha influito sul meccanismo di selezione della classe dirigente. Adesso, queste classi sono improvvisate. Non è mai stata vagliata e giudicata una riforma dello Stato e del sistema che potesse porvi rimedio. Nonostante, ormai, se ne parli ampiamente da vent’anni. Adesso abbiamo sotto gli occhi un degrado morale e civile delle nostre classi dirigenti che non ha mai avuto pari nella storia d’Italia.
twitter: @DanieleCiacci
 

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