Detrazioni scuole paritarie. «Almeno ora un risultato concreto c’è». Toccafondi risponde a Farina (e Farina postilla)

Di Gabriele Toccafondi
24 Marzo 2015
Il sottosegretario all'Istruzione replica all'articolo apparso su Tempi. «È una rivoluzione culturale inedita per l'Italia perché finalmente si compie un primo passo verso la parità economica»

scuola-shutterstock_141409255Caro direttore, ho letto l’articolo dell’amico Renato Farina su Tempi, in cui esprime giudizi e valutazioni sulla detrazione delle rette per le famiglie che iscrivono i figli alle scuole paritarie, provvedimento contenuto nel disegno di legge sulla Buona scuola approvato dal governo, e che sta per iniziare l’iter. Io e Farina siamo mossi dalla stessa preoccupazione, cioè che la parità scolastica non resti sulla carta ma si traduca in una parità reale, e quindi economica. Renato giudica il provvedimento in maniera negativa, parlando di “elemosina”. Io non sono d’accordo. L’importo complessivo è di 66,4 milioni di euro all’anno e non è certo poco. Si poteva fare di più? Ovviamente, come in tutte le cose. Ma, come in tutte le cose, occorre anche tener conto di tutti i fattori della realtà.

C’è chi si lancia in esempi e chi in slogan di lamento: “la montagna ha partorito il topolino”, “il bicchiere è mezzo vuoto”. Tanto per rimanere sugli slogan direi che se è così bisogna anche dire che in 70 anni non c’è stato neppure il bicchiere e la montagna non si vedeva neppure con il cannocchiale.

È la prima volta, dalla Costituzione ad oggi, che un risultato concreto c’è. È una rivoluzione culturale inedita per l’Italia, perché quindici anni dopo la legge sulla parità scolastica, la 62/2000, durante i quali si è unicamente discusso di parità giuridica, finalmente si compie un primo passo verso la parità economica. Questo governo ha un senso se inizia a fare ciò che nessuno aveva mai provato a fare e sono contento se siamo noi ad aver contribuito a fare qualcosa di reale sul riconoscimento della libertà di scelta educativa. Non è un caso che illustri esponenti della Dc hanno dovuto riconoscere che neanche ai tempi della Democrazia Cristiana si riuscì a fare qualcosa di concreto per aiutare le scuole paritarie e le famiglie.

La norma riguarda circa 874 mila alunni, di cui 622 mila nella scuola dell’infanzia, 186 mila della primaria e 66 mila della media. Considerando che è prevista la detraibilità del 19% delle spese sostenute per un importo annuo non superiore a 400 euro ad alunno, il Miur stima un risparmio di circa 76 euro a figlio, all’anno, per undici anni di scuola. Certo, per essere completo, questo percorso dovrà necessariamente ricomprendere anche le scuole superiori paritarie, che sono frequentate da 120 mila alunni, e che a oggi sono escluse dai benefici fiscali. La scelta di limitare a materna, elementari e medie la detraibilità delle rette, è stata giustificata dal alcuni come una misura di contrasto ai diplomifici. Ma il Miur è già da tempo impegnato su questo fronte, con regole ferree e con sempre più ispettori in giro per l’Italia.

Da parte mia e del mio partito, Ncd-Area Popolare, c’è la volontà concreta di migliorare il provvedimento in Aula. Intanto, però, stiamo discutendo di un riconoscimento che fino ad ora nessuno aveva neppure provato a ipotizzare. La battaglia per la parità scolastica in Italia continua, di questo Farina e i lettori di Tempi possono stare tranquilli.

Cordiali saluti e buon lavoro.

Gabriele Toccafondi

* * *

Pubblichiamo di seguito la replica di Farina al sottosegretario.

I complimenti li avevo fatti e li rinnovo al grande Toccafondi, insieme a molti auguri. Mi interessa un punto: la lotta continua. 76 euro l’anno sono un punto di partenza, non di arrivo. Non inebriamoci per un goccetto.

Renato Farina

Foto scuola da Shutterstock

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16 commenti

  1. Sergio

    Non condivido la posizione di Toccafondi:dove sta la rivoluzione? Che ancora una volta i “cattolici” per poter contare si svendono per un piatto di lenticchie ad un governo che rappresenta una cultura che li vuole cancellare. Attendo con ansia il voto di questi cattolici sulle leggi riguardanti omofobia ed unioni civili; spero che anche in quest casi non ci si suicidi per 70 euro (fosse per 30, avrebbe più richiami storici)

  2. riccardo

    52 miliardi di euro diviso 6.8 milioni di alunni (1.000.000 sono nella pubbliche non statali) sono 7.600 € ad alunno. Manco alla Bocconi paghi tanto. Ladri !!!!!!!!!!!!!! Questo è da dire non altre cose! LADRIIIIIIII!!!!!!!!
    Esercito di LADRI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    1. bvzpao

      e il guaio è che non sono funzionali alla didattica. E’ evidente a tutti che le scuole statali sono malgestite, che certi dirigenti approvano progetti che non servono (parlo soprattutto delle elementari) e che c’è troppo personale non docente, amministrativi compresi.
      Ma non ci saranno vantaggi per nessuno finchè i docenti saranno chiusi ad ogni tentativo di valutazione.
      Solo da lì si potrà distinguere la gramigna dal grano. Invitando alcuni al prepensionamento.
      Poi l’autonomia : l’insana paura dei sindacati che i dirigenti non chiamino i loro rappresentanti…ma quanti sono i rappresentanti sindacali??? Il guaio è che invece di lavorare “sindacano” fuori dalla scuola. Perdendo ore di insegnamento sui nostri figli. Che sono il soggetto principale della scuola. E questo i sindacati lo hanno scordato da troppo tempo.

  3. Michele

    Ma NCD che ci sta a fare al governo? Altro che montagna che partorisce il topolino. Questa è proprio una cacata!

  4. zot

    Concretamente 76 euro non rendono possibile una libertà di scelta oggi.comunque grazie e avanti

  5. riccardo

    ribadisco che se lo stato spende 10.000€ per studente o è scemo o lo vuole fare. Siccome non è scemo il motivo per cui lo fa è la diseducazione dei ragazzi e il parcheggio di un numero infinito di insegnanti (in media uno ogni 12 alunni) totalmente deresponsabilizzati e deresponsabilizzanti e per i quali è severamente vietato offrire al ragazzo qualsivoglia motivo adeguato per spendere la vita che non sia la moda o il politicamente corretto.
    In questo calderone che cade a pezzi, in queste madrase nichiliste si produce la composta da iniettare nello stampo omologatore di cittadini schiavi. Questo è il punto, ma noi facciamo il minuetto su 76€.

  6. Controcorrente

    Sono passati 15 anni dalla 62/2000 per 76 Euro di detrazioni all’anno tra 150 anni forse arriveremo alla parità economica quindi alla vera libertà di scelta.
    Fino a quando non ci sarà parità economica non ci sarà libertà caro sottosegretario.

    1. recarlos79

      finalmente uno che lo ha capito! ma viviamo in uno stato costituzionalmente cattocomunista. se sei liberale ti mettono le bombe, altro che isis.

      1. Controcorrente

        Postilla
        il sig Farina e il sig Toccafondi hanno fatto parte del governo più liberista dell Repubblica Italiana (Berlusconi 2008) che nulla ha fatto per la riforma della scuola anzi con i ministri Gelmini e Tremonti ha tagliato i fondi e la Lombardia per esempio regione molto all’avanguardia rispetto questo tema si è trovata in difficoltà ad elargire il buono scuola che era ben oltre l’elemosina di 76 Euro dell’attuale governo.

  7. Francesco Poletti

    Bello!!!Però c’è qualcosa che non mi torna nel conto di 76 euro all’anno…
    Magari non ho capito una mazza…ma nel caso di scuola dell’infanzia in Emilia Romagna si parla di una retta media di 250/280 euro al mese per 10 mesi. Tale retta comprende anche la mensa, ipotizzando che questa non sia detraibile rimne comunque una retta di 120/150 euro. Quindi, anche stando scarsi sarebbero 1200 euro all’anno, di cui ne potremmo detrarre il 19% quindi 228 euro, non 76!!!
    Dove sto sbagliando?
    Francesco Poletti.

    1. Giuseppe

      Egregio Francesco, stai sbagliando nel calcolare la detrazione del 19% sull’intera retta (per quanto decurtata della quota relativa alla mensa).
      La detrazione va calcolata su un massimo di 400 €.
      Perciò 400 x 0,19 = 76.
      [E questo dimostra che la norma è una vera presa per il culo …. al netto della buona fede di Toccafondi].
      Saluti!

      1. bvzpao

        ma la buonafede in questo caso sembra solo ingenuità, che è un modo gentile per dire stoltezza.

        a chi ti prende in giro così non puoi rispondere a parole, non capisce, perchè è un bullo, è uno che gode nel farlo. Non voterò mai Renzi e nessun partito che lo sostiene.
        Che poi l’NCD evapori alla prossima tornata elettorale è cosa certa.

    2. miglio

      Si possono detrarre le rette fino a 400 euro quindi il19% fa 76

  8. Giuseppe

    Mi sembra che il discorso di lupi al parlamdnto sis esattamdnte l’opposto di quel che dici!

    1. Mappo

      Giuseppe, a me Lupi sta simpatico, ma forse, invecchiando, sto diventando cinico e i bei discorsi soprattutto se di addio mi lasciano abbastanza freddo. Toccafondi ricopriva e ricopre un incarico essenziale per una delle cose che ci stanno più a cuore vale a dire la libertà di educazione. Avrei compreso e giustificato Toccafondi se, per assurdo, pur di non lasciare quell’incarico fosse passato armi e bagagli direttamente al PD. Lo stesso non si può dire di tutti gli altri esponenti del NCD, possono raccontarmi quello che gli pare, ma loro sono rimasti solo perché non hanno potuto resistere al fascino della poltrona e del potere connesso. La remissività dimostrata da Alfano e dai suoi di fronte a tutti gli “schiaffi” dati da Renzi, defenestrazione della De Girolamo prima e di Lupi poi, elezione di Mattarella, leggi varie sgradite ecc. mi sembra che rispecchi il vecchio motto di Longanesi “Tengo famiglia” come unica ragione sociale che giustifichi l’esistenza del NCD.
      Comunque sono sempre pronto a cambiare opinione riguardo all’NCD. Nei prossimi mesi vi saranno altre occasioni in cui l’NCD potrà dimostrare di avere degli ideali e un motivo un po’ più nobile rispetto a quanto appare per giustificarne l’esistenza. Sul tema dei matrimoni e relative adozioni, ad esempio, vedremo se Alfano e i suoi sapranno porre una proposta alternativa o come finora sempre fatto si adegueranno ai desiderata di Renzi.

  9. Mappo

    Toccafondi è l’unico nella sgangherata compagine NCD al governo che creda veramente a quello che fa e al motivo per cui ricopre un incarico di governo, a differenza di tutti gli altri, ministri e sottosegretari NCD la cui unica ragione di esistere è restare attaccati alla loro poltrona e al relativo potere.

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