Demolition. Contraddittorio e senz’altro irrisolto, ma avercene di film così

Di Simone Fortunato
24 Settembre 2016
Meno riuscito dei precedenti di Vallée (Wild e Dallas Buyers Club), ci piace perché mette a tema l’ansia dello stare al mondo e la ricerca della felicità

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“Demolition – Amare e vivere”, di Jean-Marc Vallée. Un uomo deve tornare a vivere dopo la perdita della moglie.

Drammone, girato con il suo stile nervoso dal regista canadese di Wild e soprattutto di Dallas Buyers Club. Vallée è uno che ci sa fare con gli attori (qui Jake Gyllenhaal è un fenomeno) e realizza sempre delle opere sentite e sincere.

Ci piace perché mette sempre a tema il disagio che ci portiamo un po’ tutti dentro, quel non sentirsi mai a posto. Davis, interpretato da Gyllenhaal, è uno che cerca di elaborare il lutto a modo suo: prima reprimendo i sentimenti, poi cercando qualcuno con cui condividere i passi falsi. Troverà due persone scombinate peggio di lui che lo aiuteranno a mettersi in piedi.

Film strano, contraddittorio e senz’altro irrisolto. Meno riuscito dei film precedenti perché c’è troppa carne al fuoco e un personaggio (quello della Naomi Watts) lasciato a metà. Ma ad avercene di film che mettono a tema l’ansia dello stare al mondo, la ricerca della felicità e di un punto fermo.

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