
Demarco: «De Magistris, ora sai che i problemi di Napoli non erano solo i politici corrotti»
A capo delle Asl più grandi della Campania, Napoli 1 e Salerno, ci sono un generale e un colonnello dei carabinieri. «E’ un segno dei tempi napoletani, dopo lo scandalo sanità in diverse regioni, tra cui la Campania, si cerca di porre rimedio in qualche modo. Il segnale è quello dell’efficienza ma oltre a fare quadrare i conti bisogna offrire un servizio di qualità».
A capo delle Asl più grandi della Campania, Napoli 1 e Salerno, ci sono un generale e un colonnello dei carabinieri. «E’ un segno dei tempi napoletani, dopo lo scandalo sanità in diverse regioni, tra cui la Campania, si cerca di porre rimedio in qualche modo. Il segnale è quello dell’efficienza ma oltre a fare quadrare i conti bisogna offrire un servizio di qualità». Analizza così Marco Demarco, direttore del Corriere del Mezzogiorno, la nomina di Maurizio Scoppa, generale in pensione, e di Maurizio Bortoletti, colonnello in aspettativa, rispettivamente alla guida delle Asl Napoli 1 e Salerno. E aggiunge a Tempi.it sui primi quattro mesi di governo del sindaco di Napoli Luigi De Magistris: «Dal punto di vista politico è stato bravo perché si è preso a cuore il problema dei rifiuti, ma da quello tecnico ha portato pochissimi risultati e molta demagogia. I primi cordoni ombelicali con la gente si sono rotti».
Partiamo dalle Asl. Come mai si è arrivati a farle guidare da un colonnello e un ex generale dei Carabinieri?
E’ un segno dei tempi napoletani, dopo lo scandalo sanità in diverse regioni, tra cui la Campania, si cerca di porre rimedio in qualche modo. Per avere garanzie si mettono degli uomini d’ordine e i benefici ci sono stati, nel senso che il deficit è diminuito, ma è troppo presto per dire se sono state apportate modifiche strutturali o meno. Infatti, oltre ai conti, bisogna anche fare attenzione e valutare se il servizio offerto sia di qualità. Di certo, però, il segnale è quello dell’efficienza. Nominare ufficiali è una tendenza che in Campania comincia a prendere piede.
Ci sono altri casi?
Sì. In Regione Campania è stato nominato assessore al Bilancio un uomo della Guardia di finanza, Giacomo Giancane. Al Comune di Napoli c’è Narducci, un pm. Questo dice della crisi dei politici, che si fanno sostituire da persone che vengono da esperienze differenti. Questi nomi danno un segnale di rinnovamento e risanamento, ma il problema è se sappiano gestire quello che sono chiamati a fare. Giancane, ad esempio, è di un rigore esagerato, peggio di Tremonti. Di fronte alle necessità di bilancio, qualunque altro bisogno scompare. Però oggi c’è anche bisogno di sviluppo ed elasticità. Per questo dico che, anche per le due Asl dirette da ufficiali, bisogna aspettare i risultati prima di dare un giudizio definitivo.
Passiamo a Napoli e al suo sindaco, Luigi De Magistris. Aveva detto che in cinque giorni avrebbe eliminato la spazzatura dalle strade e il risultato è sotto il naso di tutti. Aveva assicurato il 70% di raccolta differenziata entro la fine dell’anno, poi si è rimangiato ogni parola. Che cosa ne pensa?
Distinguiamo l’aspetto politico da quello tecnico. Dal punto di vista politico, De Magistris è stato ottimo perché si è preso a cuore il problema dell’immondizia, al contrario della Iervolino che si nascondeva dietro i regolamenti comunali. Secondo la lettera della legge, il Comune deve raccogliere e non smaltire i rifiuti. E’ chiaro, però, che se non smaltisci, non puoi raccogliere. La Iervolino si giustificava così, De Magistris non lo fa e per questo ha saputo ammorbidire molte resistenze di regione e provincia. Poi però c’è il punto di vista tecnico.
Ottimo anche in questo caso?
Non direi proprio. Tenendo conto di tutto ciò che come sindaco doveva fare per la città, si sono visti pochi risultati e molta demagogia. Siamo lontani anni luce dal risultato prefissato della raccolta differenziata. E le famose navi che dovrebbero trasportare al Nord la spazzatura, non si sa dove siano. L’immondizia non è ai livelli peggiori dell’emergenza rifiuti ma la città è sporca, i giardini e le aree pubbliche non sono curati.
E i napoletani come lo giudicano dopo quattro mesi?
In generale ancora bene, perché ha saputo ridare speranza alla città, però i primi cordoni ombelicali si sono rotti. Gli ambientalisti gli stanno già muovendo guerra dopo la sua decisione di ospitare la Coppa America alla colmata a Bagnoli, quartiere che ha ospitato per anni l’acciaieria, oggi dismessa totalmente, dell’Italsider. Addirittura, una figura che l’ha sempre appoggiato e molto importante a Napoli come Gerardo Marotta, fondatore dell’Istituto degli Studi filosofici, a 80 anni durante la conferenza stampa ha mostrato uno striscione clamoroso con scritto “Bagnoli non è in vendita”.
Di De Magistris stupiscono alcune promesse fatte in campagna elettorale e clamorosamente disattese. «Napoli sarà pulita in cinque giorni»: demagogia pura o ci crede davvero?
Se ci credeva davvero, è molto ingenuo ma io credo che il problema sia un altro.
Quale?
Certe frasi e certe promesse assurde testimoniano non appena la poca conoscenza della macchina amministrativa, quanto un pregiudizio negativo nei confronti delle precedenti amministrazioni e degli avversari. De Magistris pensava che bastasse poco, una politica più impegnata, più presente, più appassionata. Era tanto il discredito gettato sugli avversari che si è convinto che i problemi fossero semplici e invece non è tutto un problema di inefficienza dei politici, perché delle difficoltà oggettive ci sono, ma queste il populista tende sempre a cancellarle. A forza di dire che chi c’era prima era corrotto e colluso con la malavita, ci si dimentica che i problemi sono reali.
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