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De Maria: «Vorrei fare quadri così belli da cancellare la povertà»
«Con i miei lavori vorrei cancellare la povertà, la malattia, l’ignoranza e la violenza. Dovrebbero essere così belli e splendenti da raggiungere questo fine. Se no, un pittore cosa ci sta a fare?». Ecco a cosa pensa Nicola De Maria (Foglianise, 1954), l’artista del colore, della luce e della gioia, quando crea le sue opere. Sono visioni cosmiche, paesaggi fantastici, trionfi di colori vivaci che sembrano voler saltar fuori dalla tela per avvolgere chiunque le osservi in un abbraccio di vita. «Davanti alle sue tele si prova l’esaltazione di una gioia permanente», si è detto, e noi non possiamo fare altro che attendere l’11 dicembre per confermare. Da quella data, infatti, e fino al 26 febbraio 2012, sarà possibile ammirare da vicino una serie di sue opere presso il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato.
Dal titolo “I miei dipinti s’inchinano a Dio”, la mostra, curata da Marco Bazzini e Achille Bonito Oliva, è la prima grande retrospettiva dedicata all’artista e si inserisce nel progetto Transavanguardia Italiana in occasione dei 150 anni dell’Unità nazionale. Scandiscono le sale espositive le opere prodotte negli anni Novanta e Duemila. Splendide metafore letterarie, parole intense, poesia e musica dipinta su tela, carta, valigie e libri. Un percorso originale che va ben al di là dei muri.
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