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Su Scenari economici Leonardo Dartona scrive: «Anche nel 2013 – nel bel mezzo della tempesta del bailout – la Grecia occupava ancora il 14° posto in Europa in base alla retribuzione media annua di un lavoratore a tempo pieno. Oggi è al quinto posto tra i 27 Paesi membri. La Grecia supera solo Bulgaria, Ungheria e Romania, mentre la differenza con la Polonia è ormai minima. La divergenza con il resto degli Stati membri europei continua, poiché anche negli ultimi due anni, quando i salari hanno ricominciato a salire, il ritmo di crescita è il secondo più lento dell’Unione Europea».
Quando in Grecia si legge che Olaf Scholz dice «non toccheremo il welfare state» nell’impostare una nuova complicata manovra per rimediare agli imbrogli scoperti dalla Corte suprema tedesca su fondi stanziati per il Covid trasferiti senza trasparenza alla riconversione ecologica, è naturale che più di un commentatore ellenico osservi: «Ma perché non vendono qualcuna delle loro isolette nel Baltico?». Ad Atene...
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