Dalla Russia alla Germania è caccia agli ebrei

Di Leone Grotti
02 Novembre 2023
Dalla folla inferocita che va alla ricerca di «ebrei da uccidere» nel Dagestan al rigurgito di antisemitismo in Occidente. L'alleanza fra sinistra e islamisti è una minaccia per tutti
Manifestazione pro Israele in Germania

Manifestazione pro Israele in Germania

Dai distinguo educati sulle cause del conflitto tra Israele e Hamas si è passati agli slogan violenti in Germania, poi alle minacce in Francia, alle intimidazioni a Londra, fino alla sconcertante caccia all’ebreo avvenuta domenica all’aeroporto di Makhachkala, nel Dagestan.

«Cercavano ebrei da uccidere»

Centinaia di persone inferocite, nella regione russa a maggioranza musulmana, ha setacciato lo scalo alla ricerca dei passeggeri del volo WZ4728 in arrivo da Tel Aviv. «Cercavano ebrei» da linciare, come dimostrano i tanti filmati pubblicati online.

A Nalchik, altra città del Dagestan, un centro ebraico in costruzione è stato dato alle fiamme. A Khasavyurt una folla ha fatto irruzione in un hotel setacciando le stanze alla ricerca di «ebrei da uccidere», come dichiarato da Pinchas Goldschmidt, ex capo rabbino di Mosca.

«Io sto con Hitler»

A Berlino una sinagoga è stata attaccata con bombe molotov. A Duisburg la polizia ha arrestato un islamista che pianificava un attentato a una manifestazione pro Israele. A una marcia a Monaco un iracheno ha gridato: «Fottuti ebrei, vi uccideremo tutti». Ad Amburgo, un musulmano ha urlato davanti alle telecamere: «Io sto con Adolf Hitler, gasiamo gli ebrei!»

Dal 7 ottobre gli ebrei in Germania hanno subito oltre 1.800 attacchi e secondo l’ultimo studio Mitte il 26 per cento dei musulmani in Germania è d’accordo con la frase: «Gli ebrei ricchi sono i veri governanti del mondo».

«Guerra globale contro gli ebrei»

Le paure degli ebrei in Germania sono le stesse di quelli che vivono in Inghilterra o in Francia, dove una sessantina di stelle di David sono state dipinte sulle facciate di diverse abitazioni e banche del quattordicesimo arrondissement di Parigi.

Il rigurgito di antisemitismo esploso in tutto il mondo a partire dalla strage di Hamas del 7 ottobre, guidato dalla strana alleanza tra sinistra e islamisti, dimostra, come scrive in un editoriale il Wall Street Journal, che non è solo Israele a doversi difendere dagli attentati dei terroristi islamici: «Siamo nel bel mezzo di una guerra globale contro gli ebrei».

Il quotidiano americano non esagera. Anche negli Stati Uniti, gli attacchi antisemiti sono aumentati del 388%, secondo un rapporto della Anti-Defamation League. A riconferma che il confine tra antisionismo e antisemitismo è sempre più labile.

Hamas non può smettere di uccidere

È la deriva denunciata qualche giorno fa su Repubblica da Stefano Cappellini: «Vedere persone di sinistra che in Europa – a Parigi, a Londra, a Milano – sfilano accanto a militanti islamisti che urlano Allahau akbar, convinte di manifestare per la Palestina anziché tenere bordone ai piani di criminali oscurantisti, è agghiacciante e testimonia una deriva forse irrecuperabile».

Perché c’è una differenza di fondo che non bisogna mai dimenticare tra Israele e Hamas: «Israele può smettere di bombardare Gaza, Hamas non può smettere di uccidere. Il primo è uno Stato democratico, che può compiere scelte sbagliate o anche scellerate ma è in condizione di correggerle o rimangiarsele, il secondo è una organizzazione fondamentalista e terrorista il cui scopo unico e immutabile, per statuto, per missione, per vocazione, è la distruzione fisica dell’avversario e di tutte le sue istituzioni».

L’Occidente non deve sottovalutare il ritorno in forze dell’antisemitismo perché, come sottolineato ancora dal Wsj, «una società occidentale che non riesca o non voglia difendere i suoi vicini ebraici e i suoi concittadini non sarà in grado di difendere se stessa».

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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