
Dal pugno di Delio Rossi alla prima tripletta, un anno con Ljajic
Dal pugno di Delio Rossi ai tre schiaffi di Pescara c’è in mezzo molto più di 12 mesi. E non solo perché un anno fa ad Adem Ljajic toccava incassare il colpo dell’allenatore romagnolo, mentre ieri è stato lui a rifilare, simbolicamente, la tripla sberla agli abruzzesi, nell’azzardo di sorpassare il Milan all’ultima giornata e riportare la Fiorentina in Champions. C’è stato un cambio totale in queste quattro stagioni, che ha fatto sì che il serbo passasse da giocatore fastidioso e superfluo a utile chiave offensiva dell’attacco viola, vera rivelazione, insieme a Cuadrado, dell’annata stratosferica della banda Montella.
DA PARTENTE A TITOLARE. E gran parte del merito va riconosciuto proprio all’Aeroplanino, che in un anno ha fatto volare la squadra a 70 punti, 24 in più rispetto al 2011-12. E che ha saputo prendere dal lato giusto Ljajic, bloccando il suo prestito al Torino dopo pochi giorni di ritiro estivo, favorendo lo sviluppo di uno spogliatoio unito e sereno che ha permesso al carattere fumantino del serbo di maturare, e dando al ragazzo sempre più spazio in campo. Il serbo è diventato seconda punta piena, terminale perfetto di uno schema di gioco costruito su un centrocampo di piedi precisi e polmoni costanti, fasce veloci e inserimenti continui. All’inizio pareva poco incisivo, poi pian piano è diventato sempre più risolutivo: Ljajic ha scalzato la concorrenza di tutti i compagni di reparto, Toni e El Hamdaoui in testa, poi di fatto anche Jovetic, specie nella seconda metà dell’anno. Più di una volta ha sostituito il montenegrino quando questi soffriva tra acciacchi e gare incolore, e nel girone di ritorno ha garantito una media realizzativa ben più alta rispetto a Jo-Jo (10 reti contro 4 nel girone di ritorno). La provvidenza ha aiutato i viola: se a lungo andare il numero 8 ha suonato sotto le aspettative risicando una stagione al pelo sopra la sufficienza, ecco che con l’arrivo della primavera è stato Adem a diventare il simbolo della rincorsa all’Europa.
FUTURO? Jovetic-Ljajic. L’estate sembra garantire una vicinanza tra questi due nomi ancora a lungo, per lo meno sui titoli di giornale. Perché il montenegrino è destinato a partire: da tempo è visto lontano da Firenze, c’è già pronto Pepito Rossi per sostituirlo. Che problema è la sua partenza, con un Ljajic così? Tutto vero, ammettono a Firenze. E incrociano le dita, affinché il rinnovo contrattuale del serbo riesca a sbloccarsi in fretta. «Ho già la penna pronta a casa per firmare», diceva ieri lo stesso calciatore, col plauso della società che nelle ultime settimane ha temuto un nuovo “caso Montolivo”, il rischio cioè di perdere a 0 tra un anno il suo campione, quando il contratto scadrà. Ma gli scenari estivi potrebbero garantire sorprese: se le firme dovessero tardare ancora, la Fiorentina preferirebbe far partire subito Adem, per monetizzare al meglio la crescita avuta quest’anno. Di club interessati ce ne sarebbero, a partire dalla Juve, che così virerebbe dal costoso Jovetic ad un Ljajic più a buon mercato. E così, anche in sede di trattative e contratti, il serbo scalzerebbe il montenegrino.
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