Da quest’anno ti scrivo, Lucetta

Ho tante cose da dirti, da domandarti. Una sola domanda non è più necessaria: ci sei? Mi senti? Tu eri, tu sei sempre rimasta con me. «In vivis tu»

Questo 2023 che se ne è andato, credo lo rimpiangerò. Un nuovo nipote, una figlia che si è sposata. Il nostro mondo in pace. Anche se, così vicini, bagliori terribili di guerra. Il 7 ottobre, e poi Gaza, e Kiev, di cui ci siamo quasi, drammaticamente, scordati. Guardo al 2024 con inquietudine. Tra Putin e, forse, Trump. L’Ucraina lasciata a se stessa, il Medio Oriente in fiamme. Mi fa un po’ di paura, il 2024. Ancora non ho voluto comprare il calendario nuovo.

Ma, avendo comunque scritto dentro di me il Sollen di sperare, mi guardo attorno, cerco orizzonti in cui sia possibile seminare. Intanto, quest’anno vorrei cominciare a scriverti. A te, Lucetta, la sorella grande che mi ha lasciato quando aveva quattordici anni, e io otto. Il ricordo di te è spesso sfocato, è una mano che prendeva la mia, il solletico, una coperta rimboccata. Netta invece, impressa per ...

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