
Da oggi, in Australia, chiamando l’1800 180 880 si potrà ordinare un aborto da asporto

1800 180 880: non è il numero di una pizzeria per ordinare la cena, ma quello di un centralino specializzato in “aborto da asporto”. Succede in Australia, dove la Fondazione Tabbot ha inventato e organizzato il servizio per «rendere l’aborto più accessibile e più affidabile». Se il primo obiettivo sarà sicuramente raggiunto, ci sono poche garanzie sul secondo.
ABORTO DA ASPORTO. Il servizio, attivo da oggi, organizzerà esami del sangue ed ecografie nella zona della richiedente e spedirà la RU486 direttamente a casa. La pillola abortiva è legale in Australia dal 2006 ma, si lamenta Jenny Ejlak, co-presidentessa del gruppo Reproductive Choice Australia e tra gli ideatori dell’aborto da asporto, non è molto diffusa: «Il servizio è simile a quello che un medico di base o una clinica può offrire [a una donna che vuole abortire]. Non hai bisogno di viaggiare fisicamente, così per le donne che vivono in zone del paese dove non ci sono cliniche abortive o dove non ci sono medici che forniscono la pillola, ci sarà comunque un accesso adeguato».
250 DOLLARI. Il costo della pillola, comprensivo di esami e telefonata al centralino, sarà di 250 dollari, dunque più economico rispetto ai 300-600 dollari necessari per abortire in una clinica privata. Dal punto di vista del bambino, l’aborto in clinica o a casa non cambia granché, ma può essere considerato sicuro per la donna prescrivere un aborto al telefono? «In Australia è frequente prescrivere medicine al telefono – spiega ancora Ejlak – Penso che se i medici riescono effettivamente a comunicare con i pazienti, allora va bene».
GESTIONE DELLE EMERGENZE. Il servizio non sarà disponibile in alcuni Stati e territori del paese, dove interrompere una gravidanza è illegale (South Australia, Northern Territory, Australian Capital Territory). E per «prevenire le proteste di chi si oppone all’aborto», la fondazione Tabbot ha anche messo in piedi un servizio in grado di gestirne i “postumi”. Una linea telefonica dedicata sarà disponibile 24 ore su 24: chiamandola, si verrà ricontattati da una infermiera, ma solo il giorno successivo. In nessun caso però un medico potrà essere inviato a casa della donna.
«METODO RISCHIOSO». Susan Fahey, che ha contribuito a scrivere la legge che autorizza l’aborto in Tasmania, ha salutato favorevolmente l’iniziativa, anche se non ha nascosto alcune preoccupazioni: «Se cominci ad amministrare questo tipo di medicazioni al telefono, cosa che io sostengo completamente, può esserci il rischio che alcune donne ottengano risultati non positivi. Tutti dovrebbero avere accesso all’aborto e l’accesso è davvero un grande problema, ma senza un sistema di pesi e contrappesi anche l’accesso può diventare problematico».
Foto pillola tratta da Shutterstock
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3 commenti
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ci stiamo uccidendo con le nostre mani..
anzi, coi nostri soldi…
e qualcuno ci guadagna pure sopra!
Che i loro soldi se ne vadano tutti in medicine!! Dai, non è cattivissima, chè poi con le medicine si guarisce!
Vedrete, si andrà sempre più verso l’autodistruzione, morale prima e fisica dopo. Quando non ne potremo più grideremo: AIUTO!!, ma non so se ci sentirà Qualcuno!!