
Da Giovanni XIII a Bergoglio: se il Papa cambia, l’Avellino viene promosso
Quando lo scorso 11 febbraio Benedetto XVI annunciava la sua rinuncia al ministero petrino, qualche tifoso avellinese forse avrà sorriso. E non per una qualche antipatia verso Joseph Ratzinger, bensì perché sperava che la strana coincidenza che da più di mezzo secolo attraversa la storia del club irpino potesse ripetersi anche quest’anno. E così infatti è accaduto: ieri il club biancoverde ha battuto 1-0 il Catanzaro in trasferta grazie alla rete di Zigoni, guadagnandosi la promozione in Serie B e conservando la curiosa tradizione che la vede vincere un campionato ogni volta che a si insedia un nuovo Papa.
MIGLIOR ATTACCO E MIGLIOR DIFESA. Non che alla squadra di Rastelli (vecchia conoscenza della A, visto con Piacenza, Napoli e Reggina) servisse l’aiuto della cabala: gli Irpini vantano miglior attacco e miglior difesa della categoria, e ieri hanno sancito la fine di una risalita iniziata nel 2009, anno del fallimento proprio successivo alla retrocessione dalla B e dell’iscrizione in Dilettanti. Tuttavia, l’elezione di Papa Francesco ha dato una ragione e una speranza in più per sudarsi sui campi della provincia calcistica del Sud Italia il tanto agognato ritorno nella cadetteria.
CON WOJTYLA L’APPRODO IN A. Già, perché è almeno dal 1958 che la storia si ripete. Allora diventava Papa Giovanni XXIII e l’Avellino arrivava terzo nel girone H della Serie D, dietro al Crotone e all’Akragas, riuscendo a staccare il biglietto per salire in C. Erano anni altalenanti per gli Irpini, che continuavano a fare la spola tra C e D per poi fare il salto definitivo nella terza serie nella stagione 1963-64, guarda caso l’anno in cui Paolo VI diveniva pontefice dopo Roncalli. Stavolta però tra i dilettanti non ci torneranno più, anzi, punteranno a categorie sempre più prestigiose: prima, nel ’72-’73 la salita in B poi, nel ’77-’78 il salto in Serie A. Traguardo storico, su cui forse qualche responsabilità potrebbe averla avuta il doppio cambio sul soglio pontificio, passato in pochi mesi da Paolo VI a Giovanni Paolo I e infine a papa Wojtyla, Giovanni Paolo II. Si arriva così fino al 2005: il pontefice polacco muore, il 265esimo papa diventa Benedetto XVI. L’Avellino ringrazia, batte ai play-off il Napoli e sale in Cadetteria, divisione dove ci resta un anno sì e un anno no, alternando promozioni a retrocessioni. Poi il fallimento, la rinascita del club e la risalita. Fino all’elezione di papa Bergoglio. Pardon, fino al gol di Zigoni…
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1 commento
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vabbè ma l’avellino (sono della provincia), ha vinto anche campionati in anni in cui i papi non sono cambiati, tipo l’anno scorso, 2 anni fa.. 🙂