
Da che pulpito la predica
Nell’editoriale del numero 39 di Tempi abbiamo evidenziato alcuni sviluppi incoraggianti nel modo arabo e/o musulmano a proposito di libertà e tolleranza religiosa. Completezza dell’informazione vuole che mettiamo a parte i lettori anche dei segnali inquietanti che da quel mondo non cessano di arrivare, e temperano grandemente l’ottimismo. Non parliamo dei fenomeni di chiara marca terrorista, come gli ultimi eccidi di cristiani in Pakistan o gli attentati di Abu Sayaff nelle Filippine; ma di preoccupanti manifestazioni del mondo musulmano legale, o addirittura ufficiale. Purtroppo c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Chi è più isterico?
La settimana scorsa il primo ministro della Malaysia, il musulmano moderato Mahatir Mohamad, da vent’anni padrone incontrastato della politica locale, ha protestato, denunciando l’“isteria anti-islamica americana”, perché gli agenti di un aeroporto Usa avevano interrogato e perquisito senza tanti riguardi il suo vice. La protesta suonerebbe più credibile se non coincidesse con la notizia, diffusa in Italia dall’agenzia di stampa del Pime Asia News, che la Conferenza episcopale cattolica della Malaysia ha denunciato l’introduzione della sharia (la legge coranica) nell’ordinamento giuridico da parte del parlamento regionale del Terengganu; in questo stato della Federazione malese è al potere il Pas, un partito apertamente islamista. Benché il voto vìoli apertamente la Costituzione nazionale, che è secolare, Mahatir ha taciuto, così come tacque quando, nel 1993, lo stato del Kelantan introdusse a sua volta la sharia.
Guerra santa agli Usa
Cattive notizie anche dalla vicina isola di Giava, Indonesia: 1.500 attivisti musulmani si sono riuniti nella città di Surakata per protestare contro le accuse di complicità con Al Qaeda che da più parti si levano contro Abubakar Ba’asyr, un leader islamico estremista. Falsità propagandistiche americane? Giudicate voi: «Ora attendiamo istruzioni dai nostri leader – è stato detto al termine della manifestazione – per intraprendere la guerra santa contro l’America».
niente pace con israele
In Egitto, invece, il settimanale di opposizione Al Usbu annuncia con soddisfazione la sentenza di un tribunale amministrativo che ha decretato lo scioglimento della Associazione per la pace del Cairo, fondata alcuni anni fa per sostenere il processo di pace fra Egitto ed Israele: l’associazione non sarebbe in regola con le clausole della legge sulle associazioni. Nel dispositivo della sentenza si legge che l’operato dell’associazione può essere considerata «attività di un partito politico» e che «considerazioni di pubblico interesse impongono cautela circa qualunque attività riguardante Israele, a motivo del benessere della nostra terra e della sicurezza dello Stato. Tutto questo rende nullo e non avvenuto l’atto di fondazione dell’associazione».
Sermoni sauditi
In Arabia Saudita, intanto, incontra grande successo www.alminbar.net, un sito Internet curato da studiosi islamici che propone on line le migliori prediche degli imam sauditi (al minbar significa “il pulpito”) perché possano essere utilizzate nei sermoni di tutte le moschee. Il Middle East Media Research Institute ha analizzato i contenuti dei testi ed enucleato i sei concetti più ricorrenti. Eccoli: «I cristiani e gli ebrei sono infedeli e nemici di Allah»; «Gli ebrei, discendenti dei maiali e delle scimmie»; «è impossibile far pace con gli ebrei»; «I musulmani devono educare i loro figli al jihad (guerra santa) e all’odio contro gli ebrei e i cristiani»; «La lotta palestinese deve essere un jihad islamico»; «I diritti delle donne musulmane sono un complotto occidentale per distruggere l’islam». C’è bisogno di commenti?
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