Da “bail in” a “Pies” dieci termini con cui bisogna imparare a fare i conti

Di Fiorina Capozzi
06 Ottobre 2017
Un piccolo vocabolario di finanza, indispensabile per sapersi orientare. «È intriso di vocaboli stranieri ed è inoltre in continua evoluzione»

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Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – All’Accademia della Crusca continuano a storcere il naso. Ai massimi esponenti del purismo linguistico del paese proprio non va giù il fatto che l’educazione finanziaria degli italiani passi anche per l’acquisizione di vocaboli inglesi, che non sempre trovano il corrispondente nel nostro idioma. Ma la finanza internazionale vive di vita propria. E per comprenderla occorre uno sforzo paragonabile a quello necessario all’apprendimento di una nuova complessa lingua.

«È un idioma difficile anche per via della stessa materia che ne è alla base. È intriso di vocaboli stranieri ed è inoltre in continua evoluzione, al pari di quanto lo sia lo stesso mondo della finanza», sintetizza Luca Zitiello, avvocato esperto in normativa dei mercati finanziari continuamente alle prese con gli aggiornamenti del settore. Non a caso nell’ultimo decennio il linguaggio economico-finanziario italiano si è evoluto e arricchito. Sono entrati a farne parte tanti nuovi termini, essenziali per capire come tutelare i propri risparmi.

Difficile catalogarli tutti. Ma Tempi ha voluto individuare dieci parole base del lessico finanziario entrate prepotentemente nella vita degli italiani.

BAIL IN – Letteralmente significa “salvataggio interno”. È un meccanismo introdotto dalle normative europee nel gennaio 2016. Prevede che azionisti, obbligazionisti e correntisti (con depositi superiori a 100 mila euro) contribuiscano direttamente al salvataggio di un istituto di credito in crisi. Il suo opposto è il bail out, secondo cui il risanamento della banca in difficoltà avviene con un intervento esterno dello Stato.

BENCHMARK – È un parametro finanziario preso a riferimento per valutare l’andamento di un dato prodotto. Nel caso di un fondo, i risultati ottenuti dal gestore saranno misurabili mettendo a confronto il rendimento ottenuto con l’indice di un dato listino, che diventa quindi il benchmark della valutazione.

LONG TERM CARE – La traduzione è “cure a lungo termine”. È un’espressione molto utilizzata dalle compagnie assicurative per specifiche polizze destinate alla copertura del rischio di perdita dell’autosufficienza in vecchiaia. È destinato a diventare di uso sempre più frequente in una fase di riorganizzazione del sistema pensionistico che richiederà probabilmente integrazioni private agli assegni previdenziali pubblici.

MIFID – È la nuova direttiva sui mercati degli strumenti finanziari, implementata nella versione Mifid2. Ha l’obiettivo di fornire informazioni corrette, complete e non fuorvianti al pubblico dei risparmiatori su azioni, obbligazioni, derivati e quote di fondi d’investimento. Punta a consentire una scelta d’investimento consapevole, commisurata al rischio e alle esigenze del risparmiatore.

NON PERFORMING LOANS (NPL) – Sono crediti non esigibili, ovvero mutui, finanziamenti e prestiti che i debitori non sono più in grado di ripagare alle banche finanziatrici.

PIES – È il prospetto informativo europeo standardizzato per i mutui. Introdotto dalla direttiva comunitaria 2014/17/EU, punta a creare un mercato europeo del credito grazie all’introduzione di un documento contenente informazioni generali chiare e comprensibili sui contratti di credito offerti dagli intermediari europei.

RATING – Giudizio espresso da un terzo indipendente (agenzia di rating) su qualità e indice di affidabilità dei titoli di debito emessi da una società o da uno Stato. Esprime quindi una valutazione sulla solidità finanziaria di un’azienda o di un paese. È determinante nel calcolare il costo di un finanziamento.

REPORT – Analisi fatta dall’ufficio studi di una banca o da consulenti indipendenti. Esprime una valutazione sulle prospettive di crescita di una azienda o di un paese in un preciso arco temporale. È alla base delle scelte di investimento all’interno di una più ampia strategia.

SPREAD – È la differenza fra due valori. Dalla crisi del debito del 2011 è comunemente utilizzato per indicare il differenziale esistente fra i titoli di Stato italiani, i Btp, e quelli tedeschi, Bund. Più lo spread fra Btp e Bund è alto, più gli investitori chiedono incentivi per il rischio assunto nel prestare denaro al paese che vive una fase di incertezza.

TASSO ZERO – Espressione utilizzata nel credito al consumo. Significa che non si pagheranno interessi sul finanziamento richiesto. Tuttavia il prestito non sarà a costo zero: si pagheranno comunque le spese di emissione della pratica, contabilizzate all’interno del Tasso annuo effettivo globale (Taeg).

@fiorinacapozzi

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