Cuba introduce le tasse dopo 50 anni. Scricchiola il modello “dalla culla alla tomba”?

Di Leone Grotti
28 Novembre 2012
Il nuovo codice entrerà in vigore con il nuovo anno. Gli stipendi a Cuba sono bassissimi, per questo molte tasse verranno davvero applicate solo «quando le condizioni lo permetteranno» ma «cambia il rapporto sempre esistito tra governo e popolo».

Dal primo gennaio anche gli abitanti di Cuba cominceranno a pagare le tasse. La riforma che verrà applicata a partire dal nuovo anno segna un cambiamento notevole nel paese comunista, dove per quasi 50 anni le tasse non sono esistite. Le nuove misure hanno riscontrato scarso successo tra i cubani, che sono rimasti sorpresi: «Tutti i paesi del mondo hanno le tasse» racconta a Reuters Isabel Fernandez, economista dell’Havana, «ci sono però due problemi a Cuba: il primo è che non siamo più abituati a pagare per le cose. Il secondo è che i nostri stupendi sono così bassi che non sapremmo come pagarle».

TASSE E DEDUZIONI. Nel sistema cubano le aziende statali, che rappresentano il 90 per cento del totale, consegnano allo Stato più del 90 per cento dei loro guadagni, che poi vengono redistribuiti tra la popolazione dal governo. L’intento della riforma è di rendere le aziende più autonome e lasciare che i salari si alzino per poi tassare i proventi delle imprese al 35 per cento, anche se in realtà sono state istituite anche una miriade di deduzioni per quasi ogni cosa, per cui la percentuale dovrebbe risultare decisamente inferiore.

«CAMBIA RAPPORTO GOVERNO-POPOLO». È comunque dalla rivoluzione del 1959 che a Cuba non veniva promulgato un codice che prevedesse le tasse. Negli ultimi due anni, quando Raul Castro è succeduto al fratello Fidel, ci sono state piccole aperture per incoraggiare l’iniziativa privata. Le tasse introdotte sono in tutto 19, anche se alcune di queste, come l’imposta al 2 per cento sulla proprietà, verrà davvero applicata solo «quando le condizioni lo permetteranno». Infatti lo stipendio medio mensile di un cubano è di 450 pesos, circa 19 dollari, e basta a malapena per vivere. A tutto il resto ha sempre pensato lo Stato comunista, ma ora le cose sembrano potere cambiare, almeno culturalmente: «Questo cambia il rapporto che c’è sempre stato tra governo e popolo» dichiara Domingo Amuchastegui, ex membro dell’intelligence cubana, oggi residente a Miami. «Credo che la gente sarà molto irritata».

DALLA CULLA ALLA TOMBA. Il modello dello Stato che si prende cura dei suoi cittadini “dalla culla alla tomba” a Cuba non è certo ancora cambiato. ma l’introduzione di piccole tasse è un’apertura a un sistema più capitalista che comunista, come spiega l’Agenzia di stampa nazionale cubana: «Sono state studiate le esperienze capitaliste di Cina, Vietnam, Venezuela, Brasile, Spagna e Messico ma devono essere adattate alle condizioni e alle particolarità dell’isola». Forse è l’inizio del “socialismo con caratteristiche cubane”.

@LeoneGrotti

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