«Cuba difende gli oppressi». Quanto è democratico Black Lives Matter

Di Leone Grotti
18 Luglio 2021
L'incredibile comunicato di Blm, che attacca gli Usa accusandoli di «trattare in modo disumano» il popolo cubano. Sui neri arrestati dal regime comunista neanche una parola
Un nero protesta a Cuba contro il regime comunista

Quanto sono democratici gli attivisti di Black Lives Matter (Blm), il movimento antirazzista radicale che ha fatto inginocchiare persino i calciatori della nazionale italiana. Ci tengono così tanto ai diritti che hanno difeso la repressione del regime cubano contro il loro stesso popolo ridotto alla fame.

Black Lives Matter condanna gli Usa

In un documento pubblicato su Instagram giovedì, infatti, Blm invece di condannare le violenze del regime comunista fondato da Fidel Castro, le cui redini sono state prese da Miguel Diaz-Canel, ha attaccato gli Stati Uniti. Dando loro la colpa della crisi che imperversa sull’isola. Hanno scritto:

«Black Lives Matter condanna il trattamento disumano dei cubani da parte del governo federale americano e sollecita a levare subito l’embargo economico. Questa politica crudele e inumana, istituita con l’esplicita intenzione di destabilizzare il paese e minare il diritto dei cubani a scegliere il loro proprio governo, è al cuore dell’attuale crisi cubana».

«Cuba difende gli oppressi»

Dopo aver accusato gli Stati Uniti di aggravare la pandemia bloccando le forniture sanitarie a Cuba, Blm difende la rivoluzione comunista per «aver dimostrato solidarietà storicamente ai popoli africani oppressi» e addirittura imputa a Washington, e non al regime di Castro, di «aver fatto soffrire 11 milioni di persone nel paese, dei quali 4 milioni sono neri e marroni».

Che Black Lives Matter fosse un movimento marxista si sapeva. Ma che fosse così cieco, nonché irrispettoso per le sofferenze di un popolo costretto a vivere schiavo di una dittatura dal 1959, da addossare agli Stati Uniti i fallimenti del regime comunista si stenta quasi a crederlo. Snobbare e, sì, discriminare i tantissimi «neri e marroni» che scendono in piazza a Cuba per chiedere libertà, solo perché hanno idee politiche diverse da Blm, è anche un po’ razzista.

Blm si beve la propaganda di regime

Gli attivisti democratici si bevono dalla prima all’ultima goccia la propaganda del regime castrista. E non si rendono neanche conto che l’embargo americano non riguarda i medicinali. Senza contare che le carenze di personale negli ospedali cubani è una scelta politica del regime: L’Avana infatti manda squadre di medici qualificati in giro per il mondo a raccogliere preziosa valuta straniera per rimpinguare le casse disastrate da un’economia socialista inefficiente e corrotta, e non considera che quei medici servirebbero piuttosto nelle corsie degli ospedali cubani.

Anche la mancanza di cibo negli spacci convenzionati non si può certo imputare all’embargo americano. Per non parlare di quella di medicine: Cuba produce farmaci e sa come farlo, ma preferisce esportarli e generare profitti per i gerarchi del Partito comunista piuttosto che metterli a disposizione del popolo a cui tanto tiene. È questa «strategia della sopravvivenza» medica tra le cause scatenanti della protesta senza precedenti iniziata domenica.

La rivoluzione di Black Lives Matter

Ma Black Lives Matter tutte queste non le capisce e non vuole vederle. Sogna solo di portare avanti la rivoluzione castrista in salsa antirazzista anche negli Stati Uniti ed è forse per questo che nei mesi si è alienato le simpatie di gran parte del popolo americano. Se poi si vuole parlare della repressione a Cuba, per Blm semplicemente non esiste. E se qualche nero viene perseguitato, arrestato o ucciso dalla dittatura a Cuba, beh, non sarà certo Blm a difenderlo: vorrà dire che se l’è cercata.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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