Criminalità, la Francia impari dagli Usa

Di Rodolfo Casadei
02 Maggio 2002
Lascino perdere Le Pen e Chirac

Lascino perdere Le Pen e Chirac e, se davvero vogliono risolvere i loro problemi di ordine pubblico, vadano a cercarsi un nuovo presidente oltreoceano, scegliendolo fra Rudolph Giuliani, lo sceriffo della “tolleranza zero” a New York, e Kenneth Barr, il sindaco di Fort Worth nel Texas che in dieci anni ha ridotto il tasso di criminalità nella sua città del 56%. Per gli orgogliosi francesi sarà dura, ma i numeri parlano chiaro: negli Usa l’indice di criminalità e il numero dei reati ogni 100mila abitanti diminuiscono costantemente dall’inizio degli anni Novanta; in Francia, invece, dopo un periodo di miglioramento fra il 1994 e il 1997 (quando erano al governo i gollisti), con l’ascesa del socialista Jospin a primo ministro il numero e l’incidenza dei reati si sono impennati. Nei sette anni fra il ‘95 e il 2001 i reati negli Usa sono diminuiti del 38,5%, mentre in Francia sono aumentati quasi dell’11%. La Francia è davanti agli Usa per numero di reati ogni 100 mila abitanti già da anni, e da metà degli anni Novanta anche per quanto riguarda la percentuale di popolazione vittima di reati. Come hanno fatto gli americani a migliorare così sensibilmente i numeri dell’ordine pubblico? Con un complesso di strategie che vanno da una migliore collaborazione fra polizia e cittadini a programmi speciali per i giovani delinquenti e le loro famiglie, dall’impegno prioritario contro certi reati alle tecnologie anticrimine, alla creazione di posti di lavoro per determinati gruppi di popolazione. Tanto pragmatismo e poca ideologia. E nessuno che dava del “fascista” a chi sollevava il problema della sicurezza.

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