Costalli (Mcl): «Sulla Tav serve la mediazione dei cattolici»

Di Marco Margrita
15 Ottobre 2012
Intervista al presidente di Mcl: «Non siamo insensibili ai temi della tutela della salute e del territorio, ma queste urgenze vanno affrontate in un confronto istituzionale»

«Sulla Tav serve la mediazione dei cattolici». Ne è convinto il presidente nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori, Carlo Costalli. Per questo oggi, dalle 18, il leader di Mcl sarà a Susa per incontrare il vescovo monsignor Alfonso Badini Confalonieri ed i militanti del circolo Impegno Sociale Valsusino.

«Senza scelte ideologiche di sì a prescindere, i cattolici impegnati nel sociale debbono parlare chiaro: bloccare le grandi opere in Italia, oggi, significa bloccare lo sviluppo ed impedire ai nostri giovani di avere nuove possibilità di lavoro. Noi, per parte nostra, vogliamo dare il nostro contributo per il superamento delle posizioni ideologiche che hanno bloccato le grandi opere».

Tra i cattolici valsusini, come sa chi legge Tempi, sembra essere invece prevalere, anche per uno storico cedimento al progressismo ecclesiale, la volontà di un’adesione alle posizioni ed alle prassi del movimento No Tav, in forza della ricerca di un altro modello di sviluppo. «Nemmeno noi – aggiunge Costalli – siamo insensibili ai temi della tutela della salute e della tutela del territorio, ma come dicono i nostri amici del circolo valsusino, in primis la sindaco di Susa Gemma Amprino, siamo convinti che queste urgenze vadano rappresentate in un confronto istituzionale, accogliendo l’opportunità dell’Osservatorio e di altri tavoli di concertazione».

Una posizione di mediazione, che si accompagna alla sottolineatura della «ragionevole e laica posizione del vescovo di Susa, che ha sempre evitato di trascinare la Chiesa locale in un conflitto, dando criteri di giudizio nel solco della Dottrina Sociale e rimanendo il Pastore di tutti». Il ruolo dei cattolici, ribadisce Carlo Costalli, «nel solco di una lunga tradizione dev’essere quello della mediazione». Anche perché certe intransigenze, è stato dimostrato, conducono al “vassallaggio” di ideologie e visioni culturali che con il cattolicesimo hanno poco a che fare.

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