
Così la Francia intera ha reso omaggio a padre Hamel, sgozzato nella sua chiesa un anno fa

È trascorso un anno dall’attacco alla chiesa di Santo Stefano a Saint-Étienne-du-Rouvray, nella diocesi di Rouen, nel corso del quale due terroristi islamisti pugnalarono e sgozzarono il padre Jacques Hamel che aveva appena terminato di celebrare la Messa e ferirono gravemente un altro parrocchiano. I due, Adel Kermiche e Abdel Malik Petitjean, entrambi 19enni e nati in Francia, furono abbattuti dalle forze dell’ordine al culmine di una presa di ostaggi durata più di un’ora. I due giovani avevano tentato separatamente di recarsi in Siria a combattere per l’Isis ma erano stati fermati in Turchia e rimpatriati, però solo il primo era stato processato in Francia e messo agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.
«L’ODIO NON TRIONFERÀ». Nell’anniversario dell’attentato tutta la Francia ha reso omaggio all’86enne sacerdote ucciso sull’altare, che ai suoi aggressori si rivolse con le parole «Vattene, Satana!», le ultime prima di essere assassinato, ma le principali celebrazioni si sono svolte nella chiesa e nella piazza di Saint-Étienne-du-Rouvray. Alla Messa, celebrata dall’arcivescovo di Rouen monsignor Dominique Lebrun nello stesso orario di quella che fu attaccata dai terroristi, hanno partecipato, tra gli altri, le sorelle di padre Jacques Hamel, le tre suore allora prese in ostaggio e la figlia di Guy Coponet, il fedele che fu ferito nell’attacco. Erano presenti le massime autorità dello Stato (il presidente della Repubblica Emmanuel Macron, il primo ministro Edward Philip, il ministro degli Interni Gérard Collomb) e il presidente uscente della Consiglio francese del culto musulmano (Cfcm), Anwar Kbibech. All’inizio della Messa, salutando le autorità, monsignor Lebrun ha detto: «Oggi onoriamo la memoria di un padre che continuerà a vegliare su di noi. No, l’odio non ha trionfato e non trionferà».
«GRAZIE A VOI HANNO FALLITO». Al termine della Messa un’altra cerimonia si è svolta nella piazza antistante la chiesa, dove è stata eretta una “stele repubblicana per la pace e la fraternità” alla memoria di padre Hamel, “prete cattolico”. Lì Emmanuel Macron ha preso la parola per un discorso simile per alcuni aspetti a quello pronunciato a Nizza per la commemorazione della strage del 14 luglio. «Assassinando il padre Hamel ai piedi dell’altare, i due terroristi hanno senza dubbio creduto di incitare i cattolici di Francia alla vendetta. Hanno fallito. Ringrazio la Chiesa di Francia di aver trovato nella fede e nelle preghiere la forza del perdono. Vi ringrazio di aver dato a tutta la Francia questo esempio col rifiuto della vendetta e delle rappresaglie. In questi tempi tormentati nei quali tanti nostri fratelli subiscono il terrorismo e la persecuzione, voi restate artigiani di pace. I due assassini volevano esacerbare la paura dei francesi, e grazie a voi hanno fallito. Al cuore delle nostre leggi e dei nostri codici c’è una parte non negoziabile. Una parte, oso la parola, sacra. Questa parte è la vita altrui. Ma è anche tutto ciò che ci rende umani. Profanando la sua persona, la sua chiesa e dunque la sua fede, i suoi assassini attentato a questo legame che unisce i francesi. Nel volto di Jacques Hamel, nella sua vita umile interamente offerta agli altri, i francesi hanno riconosciuto una parte di se stessi. Una parte che si ritrova in ciò che è il fondamento della nostra repubblica. Ciascuno opera a questo ideale. La Repubblica garantisce la libertà di credere come di non credere. La Repubblica non combatte nessuna religione. Essa opera ogni giorno perché ciascuno possa credere o no, da uomo libero. Ma ogni religione deve svolgere la sua parte nella lotta perché l’odio non possa mai trionfare. È una lotta lunga che si combatte ogni giorno, e voi qui l’avete vinta».
OMBRE E LUCI. Anche monsignor Lebrun ha parlato al momento dell’inaugurazione della targa commemorativa, dicendo «non bisogna dare per scontata la luce, presumere noi cristiani di essere la luce e che gli altri sono l’oscurità», e che l’anno trascorso è stata una successione di luci e ombre: «L’ombra della perdita e della tristezza, la luce di una presenza mai così forte. L’ombra del rimpianto e dell’ansia, la luce dell’affetto che sostiene la vita. L’ombra del tenace ricordo della violenza, la luce del perdono ricercato. L’ombra delle domande che restano senza risposta, la luce della fede». Gli attentati, le profanazioni di tombe e di luoghi di culto sono «un’ombra per tutta la nostra società, che non sa più dove va dopo la morte» e che va messa in guardia dall’illusione di «credersi libera di fare tutto ciò che ogni individuo desidera, compreso mettere fine alla propria vita o impedire a un’altra di nascere». Invece «l’aiuto allo sviluppo, il soccorso ai migranti, il sostegno ai paesi del Medio Oriente che restituiscono ai cristiani la speranza di poter restare nel loro paese, come succede nella Piana di Ninive, sono luci che illuminano la nostra società».
LA PREGHIERA DI INTERCESSIONE. Nel pomeriggio le celebrazioni continueranno con la recita dei Vespri alle ore 18 nella Basilica di Notre Dame de Bonsecours a Rouen. I vespri saranno seguiti da un momento di preghiera presso la tomba di padre Hamel, sepolto nel cimitero dei sacerdoti nella piazza della Basilica.
Nell’aprile scorso l’arcidiocesi ha avviato la procedura canonica per la beatificazione di padre Hamel. Il vescovo Lebrun ha composto le parole di una preghiera di intercessione che dice così: «Padre Jacques Hamel, vogliate presentare a Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, la nostra preghiera. Voi gli avete consacrato la vostra vita: che Dio ci aiuti a compiere la Sua volontà, semplicemente, con fedeltà, ogni giorno. Voi gli avete offerto il pane e il vino: che Dio ci aiuti a offrire le nostre vite per la Sua gloria e la salvezza del mondo. Voi avete smascherato Satana, colui che divide: che Dio ci aiuti a respingere le sue tentazioni accogliendo lo Spirito d’amore e di perdono. Voi siete morto indossando i paramenti sacerdotali: che Dio ci aiuti a testimoniare Gesù e il Suo Vangelo fino alla fine. Possiate presentare a Dio anche questa intenzione particolare (…). Padre Jacques Hamel, pregate per noi!».
Foto Ansa
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