
Così la destra in Romania proverà a rivincere, stavolta con un candidato pro Ue

Dei tre potenziali candidati che l’ultradestra rumena avrebbe potuto presentare alle elezioni presidenziali del prossimo 4 maggio, solo quello per il quale non sono dimostrati rapporti con la Russia e che si dichiara favorevole alla permanenza del suo paese nella Nato e nell’Unione Europea è stato autorizzato a candidarsi. Si tratta di George Simion, fondatore e presidente di Aur, Alleanza per l’unione dei rumeni, partito che auspica l’integrazione della Moldavia e di regioni dell’Ucraina abitate da popolazioni linguisticamente rumene nella Romania. Simion è vicepresidente del partito dei Conservatori e riformisti europei (Ecr) al Parlamento europeo, quello di cui Giorgia Meloni è stata presidente per quattro anni.
Sono stati invece esclusi dalla competizione per decisioni della Corte costituzionale e della Commissione elettorale centrale Călin Georgescu, al centro di un clamoroso caso di annullamento del risultato delle elezioni presidenziali del 24 novembre scorso, che lo vedeva in testa dopo il primo turno, e Diana Șoșoacă di Sos Romania, la cui candidatura era già stata respinta dalla Corte costituzionale nell’ottobre scorso. Nel caso della Șoșoacă la motivazione allude al fatto che le sue dichiarazioni «contrarie ai valori democratici» la renderebbero inadatta ad adempiere gli obblighi costituzionali della presidenza. Viene apertamente chiamata in causa la sua contrarietà alla partecipazione della Romania all’Unione Europea e alla Nato.
Nel 2021 l’agenzia di informazioni russa Sputnik aveva proclamato la Șoșoacă, ospite d’onore di vari eventi dell’ambasciata russa a Bucarest, “politica rumena dell’anno”. Dopo la prima bocciatura della sua candidatura nell’ottobre 2024 l’europarlamentare aveva dichiarato che la decisione della Corte costituzionale dimostrava che «americani, ebrei e Unione Europea hanno cospirato per frodare le elezioni rumene prima ancora che siano cominciate».
Le motivazioni dell’esclusione di Georgescu
Călin Georgescu è stato escluso dalla ripetizione del primo turno delle elezioni presidenziali per decisione della Commissione elettorale confermata dalla Corte costituzionale che ha respinto il ricorso del candidato. Le motivazioni si riferiscono a due sentenze della Corte costituzionale. La prima è quella con cui era stato annullato il 6 dicembre scorso il risultato del primo turno per sospetta interferenza esterna nel voto avvalorata da documenti dei servizi segreti rumeni e perché Georgescu non aveva dichiarato spese elettorali benché su TikTok coloro che rilanciavano messaggi a suo favore fossero retribuiti con compensi complessivi pari a 1 milione di euro.
La seconda decisione è quella con cui era stata esclusa dal voto del 24 novembre la Șoșoacă: poiché nel frattempo Georgescu era stato incriminato per sei capi di imputazione e alcuni di essi coincidevano con le motivazioni con cui la Corte aveva rigettato la candidatura dell’esponente di Sos Romania, lo stesso metro di giudizio è stato applicato a Georgescu.
Il ruolo di TikTok e le spese non dichiarate
Con la sentenza che ha annullato il voto del 24 novembre la Corte ha ritenuto che la libertà dell’elettorato di determinarsi nella scelta del proprio candidato fosse stata turbata dalle modalità di svolgimento della propaganda in favore di Georgescu. Quest’ultimo aveva omesso di qualificare come materiale elettorale, come richiesto dalla legge rumena, una serie di contenuti pubblicati sui social network, e in particolare attraverso TikTok. Così facendo, è stato possibile alimentare un effetto distorsivo dovuto alla capacità degli algoritmi di rendere “virali” questi contenuti, privilegiandone la visualizzazione e così influenzando la scelta elettorale degli utenti a discapito dei candidati concorrenti.

In aggiunta, la Corte costituzionale ha accertato anche una violazione della normativa sulla trasparenza delle spese elettorali. TikTok ha confermato di aver ricevuto donazioni per ingenti quantità di denaro (oltre un milione di euro) in favore della campagna di Georgescu e pagamenti di circa 400 mila dollari in favore dell’account dedicato alla promozione del candidato, intestato a un cittadino rumeno connesso ad alcune società dedite a criptovalute con radicamento in Sudafrica. Mentre nel modulo richiesto ai candidati Georgescu ha scritto “zero” alla voce “spese elettorali”.
Il 26 febbraio, poi, Georgescu è stato arrestato mentre si recava a depositare la propria candidatura al nuovo turno delle presidenziali. Gli addebiti a suo carico comprendono istigazione all’eversione dell’ordine costituzionale, diffusione di false informazioni e costituzione di un’organizzazione antisemita.
Chi è Simion e che cosa pensa di Russia, Europa e Nato
Ha invece passato senza danni le forche caudine della Commissione elettorale e della Corte costituzionale George Simion, che pure è finito sotto inchiesta per aver dichiarato che coloro che avevano impedito a Georgescu di candidarsi avrebbero dovuto essere «spellati vivi sulla pubblica piazza». Le posizioni di Simion in materia di politica estera e relazioni internazionali sono molto diverse da quelle di Georgescu e della Șoșoacă, come si evince dalle sue interviste al Corriere della Sera e al Financial Times. In esse il candidato dell’ultradestra dichiara che le affiliazioni della Romania alla Ue e alla Nato sono irreversibili, e che la Russia è una delle più grandi minacce per gli Stati europei e fonte di caos nella regione. Allo stesso tempo si mostra scettico sul fatto che sia stata la Russia ad orchestrare la campagna elettorale di Călin Georgescu, e ha rinnovato la sua solidarietà al candidato escluso.
All’indomani dell’annullato primo turno del 24 novembre, in base ai cui risultati era il quarto candidato più votato e quindi escluso dal ballottaggio, Simion aveva invitato a votare Georgescu al secondo turno previsto per l’8 dicembre. Sicuramente quest’ultimo restituirà la cortesia sia il 4 che il 19 maggio, data dell’eventuale ballottaggio, al quale Simion dovrebbe accedere in quanto nei sondaggi risulta attualmente il candidato preferito con un 30 per cento di potenziali elettori. Il suo avversario più accreditato è il sindaco uscente di Bucarest, Nicușor Dan, che si presenta come indipendente ed è sostenuto dai partiti di centro. Secondo i sondaggi dovrebbe spuntarla al ballottaggio.
Circola un video dove Georgescu, Simion e Anamaria Gavrila, altra candidata della destra radicale che si è ritirata per favorire Simion, appaiono insieme per indirizzare un appello agli elettori. Il video reca la didascalia: «Siamo uniti. Siamo molti. Vinceremo».
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!