
Così i padri rubano il lavoro ai figli

Perché il governo insiste nel voler anticipare la pensione per i padri? Pensa davvero che i figli troverebbero più facilmente lavoro? In fondo a questo punta la legge di stabilità quando prevede che negli ultimi anni di attività, prima di andare a riposo, un dipendente possa chiedere di lavorare part time. Se si guardano i numeri, comunque, la mossa di Renzi ha un senso. La sesta puntata della web serie di approfondimento giornalistico #Truenumbers, alla quale si può accedere cliccando qui, è andata a vedere i numeri dell’occupazione italiana dal 2010 al secondo trimestre del 2015 e ha scoperto un fatto che è alla base della decisione del governo. È andata a vedere gli stessi numeri che hanno fatto saltare sulla sedia il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, “inventore” del a fine carriera. E ha scoperto che in questi ultimi cinque anni le fasce d’età che hanno aumentato di più i posti di lavoro sono quelle che vanno dai 45 anni in su.
Il fatto incredibile che #Truenumbers ha scoperto, è che in un periodo di crisi le persone più avanti con l’età riescono a trovare, o a mantenere, il posto di lavoro molto più facilmente dei ragazzi. Guardare i grafici di #Truenumbers è un’esperienza piuttosto sconvolgente perché dimostrano che il problema di “liberare” posti di lavoro esiste: forse il meccanismo individuato dalla legge di stabilità non è il migliore, forse non funzionerà (anche perché occorre il consenso del datore di lavoro) ma se si guardano i fatti ha un senso.
Ma ci sono anche altri dati, scovati da #Truenumbers, che impressionano: i settori economici che hanno aumentato o diminuito i propri addetti nel corso degli ultimi 5 anni. I numeri dicono che è più facile lavorare nel settore dei “servizi collettivi e personali” piuttosto che in altri comparti produttivi. Conclusione? I posti di lavoro lo trovano soprattutto colf e badanti che, in Italia, sono circa 900mila. E sono in aumento. Vedere #Truenumbers per credere.
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7 commenti
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Forse gli over 45 trovano lavoro perché sono già formati e sono disposti a sacrifici e rinunce.
Aumentano gli over 45? Magari non trovano lavoro, semplicemente sono inferno 45 che invecchiano?
Aumentano le badanti…
Che tutto questo indichi…che puntare sui giovani non paga perché di questi giovani non ce ne sono abbastanza?
Se aumentano i posti per le badanti e più in generale per i servizi alla famiglia significa che di questo c’è bisogno. E queste badanti vengono pagate dalle famiglie quindi significa che c’è un reddito sufficiente per farlo magari perché i redditi famigliari sono due e non uno solo. È anche questo un modo per far girare l’economia oltre a dare un valore anche al lavoro di cura che in passato era svolto dalle donne casalinghe senza che fosse retribuito, per grazia ricevuta!
Sono casalinga. Se mi pagassero sarei felice, se non mi pagassero sarei ugualmente felice.
E lo stipendio di una casalinga-mamma-moglie (mettici pure figlia se ha genitori anziani da accudire in casa) no si riesce a quantificare, lo metterei alla pari con quello di un manager. Impossibile retribuire alla mia maniera tutte le casalinghe italiane, fallirebbe lo Stato.
Il ragionamento è più articolato. Sono d’accordo che il lavoro di cura sarebbe sempre sotto pagato ma non dargli un valore significa squalificarlo e questa è una delle ragioni per cui anche al di fuori della famiglia è sempre stato sottovalutato a causa di una minore capacitá di contrattazione da parte di chi svolgeva poi questo lavoro.
Nessuna meraviglia che siano i meno giovani a trovare lavoro, perché questi lo stavano aspettando da qui ancora più anziani che sono andati ora in pensione! Questo è il meccanismo di gran parte dei posti di lavoro in Italia: gli “scatti di anzianità”!
Non so davvero, la realtà che conosco io è che per ogni lavoro c’è sottodimensionamento delle risorse dedicate e che solo raramente il lavoro lasciato dai padri diviene opportunità dei figli. Poi, certo, il governo deve provare qualcosa per quantomeno ridurre il peso di questo dramma generazionale che è la mancanza di lavoro adeguato alla preparazione raggiunta.
D’altronde, i calcoli post-Fornero mi vogliono in pensione a 68 anni di età…e siamo consapevoli, almeno io, che senza la riforma citata i conti del nostro Paese ci avrebbero condotto al default.
Questa è una rivoluzione epocale, se la misuriamo su noi stessi allibiamo, ma d’altra parte non vedo nessuno in giro che la sappia apprezzare e spiegare, men che meno governare, nella sua interezza.