
Cosa s’è messa in testa Letizia Moratti?

Pare che per le elezioni regionali sia già tutto pronto. Letizia Moratti è candidata per il Terzo Polo con la lista Lombardia Migliore, le cui iniziali, “LM”, sono le stesse del suo nome e cognome.
Quella che fino a ieri è stata la vicepresidente della Regione – donna manager assai stimata per le sue indubbie capacità, una vita politica da “indipendente” o “tecnico”, dite come volete, ma pur sempre nel centrodestra – ora corre contro quei partiti e quella coalizione nella quale ha sempre operato. Ha detto che vuole «portare la Lombardia in Champion’s League» che, come ha notato Michele Serra, «è berlusconismo in purezza».
Da destra a sinistra in un battibaleno
L’intervista a Repubblica con cui lunedì 7 novembre ha annunciato la sua candidatura e chiesto il sostegno del Pd era piuttosto incredibile. Nel senso di “poco credibile” per chi, da un giorno all’altro, si proclamava disposta a passare da destra a sinistra, in un battibaleno e senza nemmeno un “percorso” (almeno la foglia di fico di un ripensamento meditato per salvare le apparenze).
Dove vuole arrivare Letizia Moratti? E come? Il Pd di Enrico Letta s’è sfilato. Non poteva essere altrimenti, qualunque cosa si pensi del “campo largo” che da quelle parti si tenta di rizollare. Presentarsi in Lombardia con Moratti candidata sarebbe stato troppo anche per un partito alla deriva come il Pd. Probabile che i dem convoglino ora su un candidato come Giuliano Pisapia o, più probabilmente, Emilio Del Bono.
Terzo Polo buon terzo
La Moratti col Terzo Polo può aspirare a un buon risultato, migliorando quel 10 per cento che alle recenti politiche è stato ottenuto da Calenda&Renzi, ma senza presumere di arrivare alla vittoria.
Anche se la politica non è una scienza esatta e tutto è possibile, al momento si può ragionevolmente presumere che alle regionali – che dovrebbero tenersi tra tre mesi – si riconfermeranno, più o meno, i risultati delle politiche. Quindi, a spanne: centrodestra oltre il 40 per cento; Pd e alleati intorno al 25/27; M5s 5/10; Terzo Polo 15, massimo 20.
Come ha lavorato
Entrata in Regione Lombardia nel gennaio dell’anno scorso in un momento di oggettiva difficoltà per la giunta Fontana, Moratti ha ben gestito – soprattutto grazie alla mano ferma di Guido Bertolaso – la campagna vaccinazioni.
Sul resto del suo operato i giudizi sono contrastanti. In Regione sono stati portati “i veneti”, come li chiamano tra i corridoi del palazzo, manager che hanno dato una svolta più “centralista” alla sanità lombarda, abituata a una gestione con maggior autonomia. Da buona organizzatrice, Moratti s’è attenuta a seguire il solco tracciato dal Pnrr, senza troppa attenzione a rispettare quel “modello sanitario” che da sempre è il fiore all’occhiello della Regione.
Cinque anni all’opposizione
Ma, al di là di queste valutazioni, c’è da chiedersi perché Moratti abbia scelto di candidarsi. Qualcuno nel centrodestra, l’anno scorso, le aveva promesso qualcosa? E chi? E, se anche fosse, perché – mutata la situazione – s’è incaponita in una corsa in cui ha minime, se non nulle, possibilità di vittoria? Il risentimento è un pessimo consigliere, soprattutto in politica.
Calenda e Renzi possono ragionevolmente pensare di ottenere un buon risultato, andando ad erodere un altro pezzetto di consenso al centrodestra e al centrosinistra. Ma lei? Chi, conoscendo Letizia Maria Brichetto Arnaboldi Moratti, la vede per i prossimi cinque anni mettere tutti i giorni le mani nel fango per guidare il Terzo Polo dai banchi regionali dell’opposizione? Quello è un posto da Conference League, in Champion’s League giocheranno altri.
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1 commento
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Credo che la cosiddetta sinistra, se vuole avere qualche probabilità di successo elettorale in Lombardia, debba unirsi al centro Calenda Renzi nel sostegno alla Moratti..
Altrimenti può solo perdere
Infatti Pisapia è Del Bono lo hanno già capito e non accettano candidature!!!!