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Cosa possono fare politica e società per arginare le “grandi dimissioni”

Di Lorenzo Malagola
02 Luglio 2022
Non è chiaro quanto sia consistente il fenomeno, eppure il punto rimane: al grido di questi ragazzi disaffezionati al lavoro, l’Europa dell’ora et labora deve offrire risposte. Ecco quali
Uscita
Foto di Andrew Teoh per Unsplash

Le “grandi dimissioni” sembrano essere il nuovo mantra post-pandemico delle discussioni giornalistiche sulle tematiche del lavoro. Negli Stati Uniti, l’espressione “The Great Resignation” viene utilizzata per descrivere il movimento inaspettato e spontaneo di rinuncia al posto di lavoro per dedicare il proprio tempo alle relazioni sociali, alla famiglia e alle proprie passioni. In Europa, si parla di un 40 per cento dei lavoratori, soprattutto giovani, che vorrebbero cambiare stile di vita nei prossimi anni.
Non è però ancora chiaro quanto sia consistente, e soprattutto strutturale, questo fenomeno. Mentre i cantori delle “grandi dimissioni”, specialmente Oltreoceano, celebrano il carpe diem lavoristico delle nuove generazioni e ribattezzano l’economia del futuro con l’acronimo Yolo (“you only live once”, si vive una volta sola), alcuni analisti riferiscono di una lettura sociologicamente legittima, ma poco fondata statisticamente. In Italia, ad esempio, l’aumento delle dimis...

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