A leggere cosa ha detto Vendola viene voglia di tornare un po’ comunisti

Di Fabio Cavallari
26 Giugno 2016
Poveri noi! Oramai siamo traslati dallo sfruttamento della manodopera alla mercificazione della carne viva
Nichi Vendola con il compagno Eddy Testa in una immagine del 07 gennaio 2013. ANSA/ETTORE FERRARI

Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – A noi militanti ce l’avevano spiegato in maniera semplice. Poi che si virasse verso il socialismo utopico o l’anarchismo rivoluzionario, la sintesi era la medesima: ove vi è lo sfruttamento di un uomo su un altro bisogna mettere in campo la lotta. Alla fine, se non era il Sol dell’Avvenire, ciò su cui bisognava tendere era almeno una società di liberi e uguali.

Ora, sappiamo tutti come è andata a finire, gli errori e gli orrori e la rovinosa caduta. Va detto però che talvolta anche gli sconfitti possono diventare il sale della storia. Accanto ai vincitori ci sono i “vinti giusti”, quelli per cui quel generoso tentativo di emancipazione umana ha rappresentato un ancoraggio ideale contro la mercificazione dell’uomo su un suo simile. È crollato tutto, ma viene da chiedersi se un poco di quella cultura non poteva salvarsi.

A dirla tutta, a leggere le parole di Vendola che rivendica la scienza come progresso e il desiderio come diritto, viene voglia di tornare un po’ comunisti, almeno per riaffermare che l’utero in affitto è solo l’ultimo stadio del capitalismo. Sino ad una decina d’anni fa, contro il lavoro in affitto si organizzavano scioperi e manifestazioni! Siamo traslati dallo sfruttamento della manodopera alla messa al lavoro del corpo umano, alla mercificazione della carne viva.

Sia chiaro, qui l’orientamento sessuale non centra nulla. Gay, etero, trans, un comunista senza tanti giri di parole, ripeterebbe ancora: ovunque ci sia un uomo o una donna sfruttati, ovunque l’uomo venga ridotto a merce è necessario mettere in campo la lotta.

E se non fosse una cosa tremendamente seria verrebbe da dire che una volta i comunisti mangiavano i bambini, mentre ora se li fanno fabbricare e poi li comprano.

Foto Ansa

Non perdere Tempi

Compila questo modulo per ricevere tutte le principali novità di Tempi e tempi.it direttamente e gratuitamente nella tua casella email

    Cliccando sul pulsante accetti la nostra privacy policy.
    Non inviamo spam e potrai disiscriverti in qualunque momento.

    Articoli correlati

    10 commenti

    1. Menelik

      A proposito di “ucraine che fanno la stessa cosa per le coppie etero”, come mai l’anno scorso Elton John è andato da Poroscenko?

      1. Caterina

        Chiedilo a lui, non a me!

        1. uber

          Non fare la gnorri.

        2. Toni

          Non abbiamo bisogno di chiedere, sei troppo ovvia. Leggi il consiglio sopra.

        3. Menelik

          Infatti.
          Uber e Toni ti hanno risposto in modo inequivocabile.
          Lo sai anche te.
          Lo sai perché, oltre ad immaginarlo col 99,999999999% di probabilità di indovinare la vera ragione, l’ha fatto capire lui stesso: l’Ucraina è un buon mercato potenziale degli uteri.

    2. Caterina

      Chiedetelo alla donna americana se si sente sfruttata e poi chiedetelo alle donne indiane e ucraine che fanno la stessa cosa per le coppie etero e avrete risposte e situazioni molto diverse.

      1. Sebastiano

        Eh già, secondo la caterintrollona infatti la verità dei fatti discende dalle impressioni delle interessate. Mica dal fatto incontrovertibile che un bambino è stato ordinato a catalogo, pagato a suon di dollari (pochi o tanti che siano non cambia la sostanza) e orfanizzato per legge.

        P.S.: naturalmente, per la nostra maestrina pensatrice, le sfruttate sono le indiane e ucraine che lo fanno per gli etero (ça va sans dire, fosse per i gay sarebbero solo “generose”). Giusto per aggiungere un po’ di rancidume al suo pattume ideologico che tenta di contrabbandare per squisitezza.

      2. Toni

        Cara Caterina,

        Che donna sventurata è quella che identifica lo sfruttamento o meno solo nel tenore di vita , il reddito che gli consente di avere belle cose, ma ignorando del tutto la mercificazione del proprio corpo e l’umiliazione (consapevole o meno) che deriva dall’innaturale uso di se stesso.

        Caterina (in tutte le tue versioni), è da anni che ti consigliamo le stesse cose: inizia con l’amicizia di un cane, poi guarda filmati di bambini che ridono e giocano, e ripeti a te stessa “la vita è bella bella bella bella bella bella …”.

        1. Rolli Susanna

          Aiuto!!!!

      3. Cisco

        @Caterina

        Lo sfruttamento è oggettivo, non dipende dalla percezione. Poi, visto che tu lo hai già chiesto alle donne indiane e ucraine (dato che già sai che le risposte sono diverse a seconda dei casi), potresti renderci partecipi dei risultati del tuo autorevole studio.

    I commenti sono chiusi.