
Il Corriere rinverdisce la caccia alla strega ciellina. Ma più che un rogo è una barzelletta

Nell’edizione odierna del Corriere della Sera, dorso “cronaca di Milano”, la cronista specializzata in temi di sanità Simona Ravizza confeziona un’informativa da “caccia alle streghe” molto simile a quelle che si videro nella campagna elettorale per le regionali, quando Roberto Maroni era candidato Governatore per il centrodestra e Umberto Ambrosoli, già membro del Consiglio di amministrazione della Rcs-Corriere della Sera, correva per il centrosinistra. Come sia andata si sa. Nonostante la furibonda campagna contro la sanità lombarda, il Corriere è uscito scornato e Ambrosoli è finito all’opposizione.
Nel caso in questione, sembra che Simona Ravizza si incarichi di rinverdire la crociata. E così si tratterebbe di un vero e proprio scandalo quello accaduto all’ospedale di Vimercate. Strilla il titolo del Corriere: “Sanità, arrestata per tangenti torna al lavoro, viene promossa”. Specifica il sommario: “Era ai domiciliari con l’accusa di corruzione e turbativa d’asta”. Rincara l’occhiello: “La manager dell’ospedale di Vimercate ha avuto un altro posto e un ritocco in busta paga”. Dopo cotanta premessa la Ravizza svolge il tema e l’atto d’accusa.
La tesi è già tutta delineata nell’attacco del pezzo. Pensate che storia scandalosa. «Appena terminati gli arresti domiciliari per appalti pilotati, all’avvocato Cristina Clementi, 47 anni, manager dell’ospedale di Vimercate e ciellina doc, ha ricevuto una promozione e un aumento di stipendio». Segue svolgimento in cui non si racconta di un’ingiusta carcerazione preventiva, di un’indagine e tesi accusatoria nei confronti di Cristina Clementi finite su un binario morto e che non hanno prodotto alcuna richiesta di rinvio a giudizio. No, Ravizza va a recuperare gli atti di accusa che nessun processo ha mai avvalorato e interpreta una delibera di un’azienda ospedaliera come “promozione” di una persona che, come campeggia nel titolo, è stata “arrestata per tangenti”.
Peccato che sia tutta una barzelletta. Una barzelletta l’arresto per tangenti. Una barzelletta la promozione. Una barzelletta la suggestione, di cui trasuda l’articolo ravizziano, che Clementi sia una persona fortunata e in carriera non perché è una dirigente onesta, seria e stimata, ma perché è difesa da “gli amici di Cl”.
In realtà, recita il comunicato diffuso questa mattina da Pietro Caltagirone, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera di Desio e Vimercate in riferimento all’articolo pubblicato dal Corriere, «non vi è stata alcuna promozione, ma l’incarico di Direttore della Struttura Complessa Affari Generali e Legali e di Dipartimento era già affidato all’Avv. Cristina Clementi. Col nuovo Piano Organizzativo Aziendale si è riconfermata tale nomina, nel rispetto delle normative vigenti e sulla base della valutazione comparativa dei curricula vitae degli aspiranti al posto. In merito all’opportunità di tale riconferma si sottolinea come il posto dell’Avvocato Clementi non sia mai stato messo in discussione da nessuna delle indagini della magistratura, tantomeno dall’Azienda Ospedaliera di Desio e Vimercate».
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8 commenti
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Un altro esempio di giornalismo cialtrone. il Corriere vuole a tutti i costi imitare Repubblica e il Fatto.
Forse pensa di rimediare alla crisi profonda di vendite..
questa notizia è passata per tutto il giorno anche su MILANOW. intervenite anche li
Alla sig.ra Ravizza dico che non ho colto una utilità sociale nell’informazione; non ho visto una esposizione civile dei fatti; non ho trovato la verita’ nel raccontato…
Perche’ tanto fango e così gratuito? E poi, perche’ un virgolettato attribuito a me quando non ho mai neppure sentito come sia la voce della Sig.ra Ravizza?
E che dire sulla retorica dell’innocenza fino ad una condanna definitiva?
Se la poteva risparmiare.
La condanna sta gia’ nell’articolo. E’ una sentenza che non commina una pena, ma offende la dignità della persona, ne dilata la sofferenza, ne accresce il senso di ingiustizia.
La fortuna di mia moglie? Non perdere la Speranza.
Non lo ha fatto nella malattia e ancor meno nel momento della privazione della libertà.
Io l’ho visto e ne sarò sempre testimone.
A Lei, invece, direttore dico una sola parola: grazie.
La malattia ?
Quanto mi dispiace fratellino ……….
La malattia ?
Quanto mi dispiace fratellino .
Non sai QUANTO 🙁
Il Corriere, con i suoi alti e bassi, era il giornale autorevole a cui poter fare riferimento.
Ho smesso di leggerlo, anche su internet, da almeno due anni. E’ diventato offensivo all’intelligenza e schierato a modo suo come tanti altri e si sente la mano del padrone.
ho lavorato per 41 anni nella sanità lombarda come ospedaliero. per 8 anni sono stato consigliere dell’ Ordine dei Medici di Milano, non credete alle barzellette della grande giornalista del Corriere della Sera, Simona Ravizza senza offendere nessuno.
Quello che mi chiedo è se sia possibile infangare così una persona senza subirne alcuna conseguenza.