Copertine gothic per grandi classici. L’editoria americana si adegua al mercato

Di Daniele Ciacci
01 Luglio 2012
Shakespeare, Bronte e Stoker i primi sacrificati alle leggi del mercato. Copertine gothic in stile Twilight per accattivarsi lettori. Una buona soluzione, o un ridicolo tentativo per vendere?

I libri non sono più letti. Le statistiche non mentono. Gli intellettuali ci propinano i loro resoconti culturali: siamo una razza di pigroni, di fannulloni, tutta tv e videogame. Le case editrici, che boccheggiano per arrivare al pareggio di bilancio mentre la crisi globale vuole affossarle, devono pensare a salvare la pelle, aiutandosi con il marketing e, perché no, con libri di dubbia qualità ma di sicura efficacia. Ecco che si stampano The Hunger Games di Suzanne Collins, Cinquanta sfumature di grigio di E. L. James e l’intera serie di Twilight di Stephenie Meyer.

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Cos’hanno in comune questi libri, a parte uno stile non invidiabile e un ottimo successo di vendite? La copertina. Gotica, dark: un mix di fiori candidi e rossi fiotti di sangue su sfondo nero. Insomma, un libro si giudica anche dalla copertina, ed è per questo che la storica casa editrice americana Penguin ha adottato questa nuova strategia di marketing: utilizziamo queste immagini per rivendere i testi classici. Opere come Romeo e Giulietta, Cime tempestose e Dracula sono precedute da fotografie accattivanti di “maye desnude” e di cuori insanguinati. E i teen-ager, ingannati, saranno costretti a leggersi un libro vero. Sperando che arrivino fino in fondo.

@danieleciacci

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