Concorsone docenti, cronaca di una giornata in «battaglia»

Di Elisabetta Longo
06 Maggio 2016
Le domande e i ricorsi. Il countdown. I computer impallati. E il mistero sui criteri di valutazione. La candidata Bonadimani (Coordinamento Tfa) racconta com'è andata

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Centocinquanta minuti di paura. Così si potrebbe riassumere il famigerato “concorsone docenti 2016”, iniziato giovedì 28 aprile. Ogni giorno fino alla fine di maggio si terrà una prova a seconda della materia di appartenenza dei candidati, e immediatamente i commissari procederanno alla correzione, così da avere già entro l’inizio di giugno i nomi dei primi ammessi alle prove orali. Ha affrontato il test di lettere lunedì 2 maggio anche Elisa Bonadimani, del Coordinamento Nazionale Tfa, che la settimana scorsa ha consegnato a tempi.it le sue critiche a queste nuove prove destinate agli aspiranti insegnanti delle scuole italiane. È ancora un po’ scioccata, la prof, mentre ci racconta la sua giornata.

Com’è andata la prova?
È andata come ci aspettavamo che andasse: una battaglia, più che un esame da superare. Anzi, una ghigliottina, visto che il livello di bocciati sarà sicuramente altissimo. Le domande poste erano interessanti e stimolanti, ma il tempo e la modalità di svolgimento non adatti. Una domanda in particolare ci ha spiazzato, per l’ampiezza degli argomenti. Veniva chiesto di ideare una verifica di letteratura per la quinta superiore, trattando il tema della memoria nelle poetiche di Giacomo Leopardi, Giovanni Pascoli, Eugenio Montale, Giuseppe Ungaretti e Guido Gozzano, quest’ultimo nemmeno in programma di studio. Si tratta di poeti di svariate correnti letterarie, di per sé difficili da aggregare, dovendo ricordare le principali opere di ognuno sul tema della memoria. Dopo avere inventato una ipotetica verifica, si doveva anche pensare alle griglie di valutazione degli studenti. E qui nasce lo stupore, visto che quando noi docenti abbiamo chiesto al ministero di farci avere i criteri con i quali saremmo stati esaminati, ci è stato risposto che non erano disponibili. Mi sembra un ironico controsenso.

E le famigerate domande in inglese?
Bisognava leggere due testi da 15 righe e rispondere a crocette a una serie di quesiti di comprensione, un po’ a trabocchetto. Le domande in lingua comparivano solo alla fine, dopo aver risposto a tutte le altre. Quando ormai la maggior parte del tempo era trascorso e non restava che barrare le crocette nel più breve tempo possibile, per consegnare la prova ultimata. Quando ormai il countdown era finito.

In che senso “il countdown”?
Per tutto il tempo della prova, a fianco alle domande, lampeggiava il conto alla rovescia dei 150 minuti, che si è attivato una volta lette le istruzioni per lo svolgimento dell’esame. Quando mancavano 30 minuti alla fine della prova, il timer è diventato rosso, giusto per trasmettere ulteriore serenità al candidato. Una volta finito il tempo, si fermava tutto, bisognava chiamare un tecnico che avrebbe provveduto a salvare. Com’era immaginabile, molti computer si sono bloccati durante le operazioni di salvataggio delle prove, cancellando il lavoro svolto dal candidato. A costoro è stata data la possibilità di ripetere l’esame, con evidente disparità di trattamento rispetto agli altri. Chi esegue una prova per la seconda volta, impiegherà meno a ultimarla, avendo a disposizione più minuti per rileggere ed eventualmente correggere.

In alcune sedi di esame sono state chiamate le forze dell’ordine, in altre c’è chi ha cercato di entrare nonostante non fosse stato ammesso tra i candidati.
Io ho svolto l’esame a Milano, nella sede di Bicocca, lì non ci sono stati disordini di questo tipo. I criteri di ammissione erano chiari, chi purtroppo non aveva l’abilitazione non poteva partecipare. Temo che verranno annullate le prove dei candidati che avevano fatto appello al Tar ma erano ancora in attesa del decreto monocratico del giudice amministrativo.

Per gli orali invece cosa vi aspettate?
Sarà anche peggio, visto che cominceranno a giugno. Ovvero nel periodo più intenso per la scuola, tra scrutini, esami da preparare, commissioni da presiedere. Anche a livello di tempitistiche si dimostra che il concorso 2016 è stato organizzato male, in maniera raffazzonata. I nomi dei nuovi docenti dovranno essere stati selezionati entro fine luglio per trovarsi in cattedra per settembre. Sembra che non importi a nessuno come e con che criteri verranno selezionati.

Foto Ansa

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