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A forza di girare e rigirare la frittata dell'informazione dem, molti media hanno iniziato a fare confusione con la ricetta. Fino a un mese fa giuravano – forti dei loro fact-checking – che Joe Biden stava benissimo, aveva la memoria di un elefante, faceva discorsi «rocciosi» mentre quello che delirava era Trump, e che le accuse sulla sua senilità erano «un’ondata di fake news a basso costo» (Domani), «propaganda russa assecondata stolidamente in Occidente» (Jacopo Jacoboni, La Stampa) e via complottando.
Da «sta benissimo» a «è rimbambito»
Dopo il disastroso debate con Trump (poche ore prima del quale Karl Rove assicurava che "il candidato repubblicano sta perdendo"), giornalisti, editorialisti, commentatori ed esperti che da anni negavano le difficoltà psicofisiche del commander in chief della più grande democrazia del mondo derubricandole a simpatiche “gaffe” – quando i dubbi sulla sua tenuta mentale circolavano già, fondati, dal 2021 – hanno improvvisamente cominciato a spiegarci c...
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