Con Kaladze e Shevchenko il Milan scende in campo. Anche in politica

Di Emmanuele Michela
05 Ottobre 2012
L'ex-terzino campione d'Europa è stato eletto al parlamento di Tbilisi, ultimo della lista di rossoneri impegnati in politica. Da Shevchenko a Galli, da Weah a Rivera, ecco i volti che da San Siro sono passati alla vita elettorale.

Zanna Bianca ce l’ha fatta, il suo “Sogno georgiano” può avere inizio. Scrollatosi di dosso le accuse di coinvolgimento negli scandali estivi del calcioscommesse, Kakha Kaladze è stato eletto al parlamento di Tbilisi per il partito di Ivanishvili “Georgia democratica”, gruppo che ha sconfitto l’uscente Saakashvili. «Lo sport è sempre stato la mia vita, ho giocato partite indimenticabili, derby e finali di Champions… ma l’emozione che provo adesso non ha paragoni, è in gioco il futuro del Paese», è stato l’elettrizzato commento di Kaladze, vero idolo per i tifosi georgiani, che per 5 volte l’hanno scelto come miglior giocatore della propria nazione e due volte l’hanno visto sollevare la Champions League. Strana sorte quella che accomuna Kakha ad un suo vecchio compagno, Andrij Shevchenko. Amici di vecchia data, fin dai tempi delle cavalcate europee della Dynamo Kiev, entrambi dopo aver appeso le scarpe al chiodo stanno abbracciando la strada della politica.

ELEZIONI A OTTOBRE. L’annuncio di Sheva era stato seguito anche da diverse polemiche: era solo lo scorso giugno quando l’attaccante siglava l’ultima doppietta con la sua nazionale contro la Svezia, negli Europei casalinghi. Poi la svolta della candidatura con il partito “Avanti Ucraina”, da tanti però visto come lista fiancheggiatrice dell’attuale presidente Yanukovich, mossa solo per rubare voti all’opposizione di Julia Tymoshenko. L’ex-bomber del Milan si è difeso, ma la sua candidatura sorprende solo in parte l’Ucraina, un Paese dove spesso sport e politica sono andati a braccetto. Basti pensare al nome che, ben prima di Sheva, ha scritto pagine di storia del calcio di queste terre: Oleg Blochin, Pallone d’Oro nel ’75 e attuale tecnico della Nazionale e della Dynamo Kiev. Per diversi anni è stato in quota al partito social-democratico Hromada, oltre ad aver sempre tenuto calde le sue simpatie per il partito Comunista di cui, diceva in un’intervista, non ha mai stracciato la tessera dopo la fine dell’Urss. Altro volto noto è quello di Vitali Klitshcko, pugile di 41 anni, 3 volte campione del mondo tra i pesi massimi: tratti marcatamente caucasici, nasone schiacciato dai pugni, più di una volta la sua faccia è apparsa sulla piazza politica ucraina, e per le elezioni del prossimo 28 ottobre è in lista col partito UDAR, terza forza del Paese, dato nei giorni scorsi all’11% dei voti.

PARTITO ROSSONERO. Kaladze, Sheva… La conclusione viene a galla da sola: oltre ad essere stato la fucina di tanti campioni, il Milan ha dato i natali anche a diversi politici. Anni fa fu George Weah a tentare la strada delle elezioni, candidandosi a presidente del suo Paese, la Liberia. Era il 2005, e il “Re Leone” ottenne poco meno del 30% di preferenze, venendo però sconfitto al ballottaggio da Johnson-Sirleaf. Nel 2009 invece al portierone Giovanni Galli, in forza al Milan di fine anni Ottanta, fu affidato il compito di sfilare dal sedere di Matteo Renzi la poltrona di sindaco di Firenze, senza però riuscirvi. Ma l’esempio più famoso resta quello di Gianni Rivera, nome sul quale non serve spendere parole di spiegazione calcistica: 4 legislature da onorevole, passando dalla Democrazia Cristiana al centrosinistra di Prodi, ricoprendo per 5 anni anche la carica di Sottosegretario alla Difesa (un bomber come lui?).

@LeleMichela

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