
Contrordine compagni! Se i competenti non sono d’accordo con noi buttiamoci su Elodie

Ve li ricordate i competenti? Quelli che secondo giornali, editorialisti e politologi erano i soli deputati a occuparsi di certi temi, dall’economia alla pandemia fino ad arrivare alla politica. Non c’era giorno senza che qualche giornale progressista spiegasse che non tutti possono parlare di tutto, che sarebbe meglio non dare spazio a chi si presenta come opinionista senza avere le carte in regola. La parola andrebbe data soltanto agli esperti, dicevano e dicono ancora, non si può mettere sullo stesso piano l’opinione di chi ha studiato e quella di chi, solo perché i social gli danno visibilità, esprime idee campate per aria.
Da “parola all’esperto” a “parola a Elodie”
Lo zelo di tanti giornalisti in certi casi è arrivato persino a confrontare i curriculum degli stessi esperti, per spiegarci chi ha più credibilità a parlare di certi temi: virologo batte biologo (e viceversa a seconda dell’argomento), esperto di geopolitica batte sociologo, economista batte economista a seconda della specializzazione, e così via… Sembra che queste elezioni abbiano iniziato a fare traballare il mito dei competenti come unica voce accettabile nel dibattito pubblico. Sfogliare siti e pagine dei principali quotidiani italiani è diventato un viaggio nell’opinionismo un tanto al chilo: da “parola all’esperto” a “parola a chiunque dica quello che vogliamo sentirci dire”.
Ecco che da settimane Repubblica costringe i propri lettori alle raffinate analisi politiche di Elodie, cantante sulla cresta dell’onda che ha più volte detto di essere dispiaciuta per avere lasciato la scuola dopo la terza media. Un profilo lontano da quello dei “competenti” che tanto piacciono al giornale di Molinari, eppure Elodie commenta quasi quotidianamente il programma politico di Fratelli d’Italia, il tasso di femminismo nel centrodestra, il curriculum di Giorgia Meloni.
La reprimenda di Michielin, il femminista Marracash
Non è la sola, naturalmente: Chiara Ferragni, al netto di qualche aperitivo in elicottero sul ghiacciaio, ha più visibilità di un editoriale di Ezio Mauro quando fa appelli per il voto e dice che con il governo di centrodestra non si potrà più abortire in Italia (e i solitamente solerti fact-checker di Repubblica, muti). Francesca Michielin, fresca conduttrice di X-Factor, si prende la copertina di Io Donna per accusarci di fare docce troppo lunghe e per dire che apprezza Alessandro Zan ed è «seriamente preoccupata per quello che succederà dopo il 25 settembre. Giorgia Meloni dice cose di assoluta gravità».
Lo stesso vale per i post di Levante (chi?) che, ci informa l’Huffington Post, «esprime tutto il suo disaccordo per le posizioni politiche, dai migranti a Mussolini, dalla fede alle devianze» di Giorgia Meloni, per le opinioni di Loredana Bertè, per le stories di Giorgia, e per le dichiarazioni di Marracash, da poco scopertosi sociologo e storico, su Giorgia Meloni che «è donna, ma le sue idee vanno contro la storia del femminismo».
L’artista a sinistra ha sempre ragione (purché canti Bella Ciao)
A corto di competenti, dato che persino Hillary Clinton e il nuovo feticcio dei liberal, Senna Marin, hanno detto di non avere nulla in contrario a un governo guidato dalla Meloni, e guidati da leader che rischiano di avere meno successo di un album della Michielin, a sinistra si buttano su chi di competenza politica non ne ha nemmeno un po’, ma dato che sta dalla parte “giusta” ottiene spazio e visibilità nonostante dica cose non troppo diverse da quelle condivise da @fragolina92 e @robsud (quest’ultimo in effetti messo in evidenza su Repubblica online per un suo tweet di apprezzamento a Elodie in versione politologa, postato appena dopo un selfie di profilo in mutande).
Non è certo un esercizio recente, quello di arruolare gli artisti per farli gridare al pericolo democratico: l’artista è sensibile, se si dice preoccupato per la libertà deve per forza avere ragione. Ma guai a lui se in un programma della tv spagnola si azzarda a non cantare Bella Ciao.
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