Commissario Kallas

Di Bracalini Paolo
22 Aprile 2004
Ne vedremo delle belle.

Ne vedremo delle belle. Nella lista dei nuovi dieci commissari Ue scelti da Romano Prodi, in servizio dal prossimo primo maggio – data di nascita dell’Europa a 25 – ce n’è uno che mette i brividi. L’estone Siim Kallas, prossimo commissario per gli affari economici e finanziari dell’Ue, ha un curriculum imbarazzante. Dal 1972 al 1990, Kallas è stato membro del Comitato Centrale del Pcus, il partito comunista sovietico. Alla faccia del Ppe (il partito popolare europeo), secondo non nelle istituzioni europee non si dovrebbero affidare incarichi ad ex dirigenti comunisti. Inoltre Kallas, direttore della Banca Estone dal 1991 al 1995, è stato coinvolto nel cosiddetto scandalo dei “dieci milioni di dollari”. Il mistero del gruzzolo “sparito” dalle casse pubbliche estoni nel 1994 – durante la gestione Kallas – è ancora irrisolto. La persona giusta a cui affidare le finanze europee, devono aver pensato a Bruxelles. E infatti, durante le audizione di giovedì scorso al parlamento europeo – una specie di esamino pro forma, un patentino da buon europeista fatto ai nuovi commissari- nessuno si è sognato di chiedergli spiegazioni sui diciotto anni nel Pcus, nè sugli scandali finanziari in cui è stato coinvolto. Fosse mai che si offende.

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