Come e quando dare in mano un cellulare a un pre-adolescente

Il dibattito suscitato dall'articolo di Giancarlo Cesana, "Tatami" con Fortunato e una poesia per Marina Corradi. Lettere a Tempi

(Ansa)

Gentile direttore, sono un docente in una scuola secondaria di secondo grado nonché padre di cinque bambini. Scrivo alcune brevi osservazioni riguardo all’argomento trattato da Giancarlo Cesana in merito all’utilizzo degli smartphone per bambini e adolescenti. Innanzitutto condivido pienamente il nucleo centrale del suo discorso, quando dice che «bisogna ristabilire il rapporto umano, ciò che è umano nel rapporto: l’espressione della coscienza, dell’affetto, della fedeltà e dell’attaccamento». Sacrosanto e del tutto condivisibile. Mi sembra tuttavia, almeno per quello che posso vedere negli ambienti che frequento, che questo «avere interesse al loro destino, proporre una verità che introduca al mistero della vita, che affascini e sfidi la loro libertà» sia di fatto visto in alternativa all’opportunità di regolamentare l’accesso alla tecnologia. Sento spesso dire che non è troppo importante mettersi a disquisire di quando e come dare il cellulare a bambini ed adolescenti, l’importante è avere a cuore il loro destino (ripeto, non che questo sia detto da Cesana, ma è una deriva che spesso vedo). Ecco su questo mi permetto di far osservare che proprio perché si ha a cuore il loro destino e si ha a cuore la proposta della Verità non si possono sottovalutare tutti quegli aspetti allarmanti che sono riportati negli articoli scientifici citati da Cesana, oltre che dalla comune osservazione di chiunque sia a contatto con i giovani oggi. Il dibattito su come, quando, dare un cellulare in mano ad un pre-adolescente o a un adolescente è tutt’altro che secondario a riguardo, anche perché non è solo uno strumento di comunicazione, ma è soprattutto uno strumento con il quale molto spesso vengono in contatto con una proposta molto pervasiva che viene dal mondo: un intero modo di vivere l’affettività e la sessualità ad esempio (si pensi al dilagare della pornografia o alle modalità di trattarsi tra “fidanzatini”), o più in generale, un mezzo che veicola di fatto la mentalità dominante. Certamente non voglio dire che la regola, il divieto, un parental control siano esaustivi del problema. Ma neanche che questi siano del tutto trascurabili, esattamente come non si mette in mano un’auto sportiva, una sega elettrica o un lanciafiamme (tutti strumenti molto utili) a un dodicenne, senza colpo ferire… Insomma non si può neanche essere ingenui. Quindi ben venga il richiamo di Cesana, purché questo sia accompagnato da una riflessione e da un lavoro metodico, per le famiglie e in generale per chi è coinvolto nell’educazione, riguardo a come e quando permettere l’utilizzo di questi strumenti. Vi ringrazio del vostro prezioso lavoro, cordialmente.

Mario Torresetti

Io di figli ne ho “solo” quattro, ma capisco queste preoccupazioni e concordo sia sul richiamo di Cesana (serve un fascino più grande) sia col tuo, Mario, sul dotarsi di qualche buona regola. Segnalo come ulteriore contributo alla discussione sugli “ambienti digitali” ciò che stiamo pubblicando su Lisander. In particolare un articolo di prossima uscita del professore Luca Botturi.

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Vorrei direi al prof Simone Fortunato, che è stato il mio insegnante di Latino e Comunicazione nei miei primi tre anni di liceo, che lo ringrazio enormemente per la passione che mi ha trasmesso. Non per il Latino, sia chiaro! Ma per il cinema. Spero si ricordi di me, spero di poterlo ringraziare personalmente e spero anche che mi possa perdonare per il mio comportamento, molto spesso irriverente e “odioso” da prima donna 14enne.

Cosetta Calvi

Giovedì sera ci siamo ritrovati per il primo “Appuntamento al buio” (il cineforum che Simone tiene da anni al cinema Le Giraffe di Paderno Dugnano) in collaborazione con Tempi e abbiamo visto Tatami, pellicola splendida che consiglio a tutti. Bel film, serata frizzante con giochi e premi, dibattito interessante anche grazie all’intervento del nostro Rodolfo Casadei. L’idea è questa: da settembre, il terzo giovedì di ogni mese, proporremo un film da vedere e discutere insieme. A condurre le danze sarà il mitico Fortunato e noi di Tempi daremo il nostro contributo in prima persona o portando qualche ospite.

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Ciao amici, leggo sempre volentieri i pezzi della Marina Corradi, soprattutto quando parlano dei suoi viaggi verso la villeggiatura. Poiché talvolta mia moglie e io percorriamo le stesse strade (la Cisa) per andare noi a San Vincenzo (chissà, magari ci siamo anche superati…), mi permetto di regalarle una poesia.

Sempre imprevista mi accade/ la galaverna brillante di sole/appesa ai rami nudi/oltre il passo e le sue nubi.
E intanto lei al mio fianco/spensierante sta/ mentre all’orizzonte/ si incurva sui viadotti/ un pezzo della nostra strada.

Marco Leonardi

Ogni articolo di Marina Corradi è un capolavoro.

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