Come diceva una volta l’ex craxiano Amato? Avanti!

Di Roberto Formigoni
01 Dicembre 2000
Federalismo, devolution, parità scolastica. Amato scherzava quando predicava queste cose. E fu così che, smessi i panni di ex craxiano, ex dottor Sottile, ex moderato, il premier indossò l’elmetto e istruì alla guerra il suo commissario romano. Dice che il Governo “non capisce il linguaggio del buono-scuola”. Che sia xenofobo? Ma il piano “Lombardia libera tutti” va avanti. Parola di Governatore.

Chi governa l’Italia? Chi decide sulla Pubblica Istruzione? Il Presidente del Consiglio Amato e il suo ministro De Mauro, oppure Bertinotti e Cofferati? La cronaca di questi giorni ci fa propendere per i secondi: il rinvio alla Corte Costituzionale del provvedimento amministrativo con cui la Regione Lombardia ha reso operativo lo strumento del “buono scuola” da parte del Consiglio dei Ministri dimostra che, pur di garantirsi i voti delle estreme alle prossime elezioni, la sinistra è decisa e disponibile a piegare la testa davanti agli ultrà dello statalismo e a rimangiarsi promesse e aperture. Da mesi il Governo vuol far credere agli italiani che il paese sta trasformandosi in direzione di un assetto federale, che la parità scolastica non sarà un vuoto contenitore e, più recentemente per bocca del ministro De Mauro, che i “buoni scuola” sono strumenti interessanti per realizzarla. Poi succede che il Commissario di Governo, figura obsoleta di controllo centralista sulle Regioni di cui il Parlamento ha già votato l’abolizione, interviene pesantemente, e che il Consiglio dei Ministri faccia ricorso alla Corte Costituzionale contro l’operatività del “buono scuola” voluto da una Regione: alla faccia del federalismo, del regionalismo, dell’autonomia, dei decreti Bassanini e di tante parole al vento! Sono bastate un po’ di manifestazioni organizzate o eterodirette da CGIL e Rifondazione Comunista per far cambiare idea a Giuliano Amato, che non molto tempo fa aveva spezzato una lancia a favore dei “buoni”. Ho fiducia, comunque, che questo ostruzionismo non sortirà gli effetti che vuole. I nostri provvedimenti sono giuridicamente e amministrativamente inappuntabili, si basano su competenze che sono da tempo regionali e non creano nessuna discriminazione basata sull’appartenenza a un tipo di scuola o ad un altro. Tanto è vero che il 10% delle richieste di rimborso che ci sono pervenute arrivano da scuole statali. Certo, sarei più tranquillo se nella Corte costituzionale fossero presenti anche componenti eletti dalle Regioni, e questo è certamente un punto importante di una vera riforma federalista. Così come è importante marciare a tappe spedite verso il federalismo scolastico. Le ultime riforme hanno assegnato alle Regioni alcuni compiti non secondari in materia di istruzione e formazione. Ma le Direzioni generali, emanazioni del ministero della Pubblica Istruzione, sono assegnatarie di tutte le risorse finanziarie che il bilancio di tale ministero destina alla realizzazione dei suoi fini istituzionali nel territorio regionale di competenza. In altre parole, essendo ormai inevitabile una regionalizzazione delle competenze in materia, la burocrazia centrale ha ottenuto dal Governo e dal Parlamento nazionali la possibilità di crearsi una specie di prefettura regionale scolastica che nei fatti rischia di trasformare le competenze regionali in semplici adempimenti burocratici o prese d’atto di situazioni già definite e finanziate a livello di strutture ministeriali. Contro questo rigurgito centralista può garantirci solo l’introduzione di un autentico federalismo educativo: occorre imprimere un’identità socio-territoriale alle strategie educative, sviluppare un sistema aperto, centrato sulla qualità e sulla pluralità dei soggetti di offerta scolastica, individuare nell’ambito territoriale regionale il punto di raccordo tra le esigenze e i bisogni della società, delle famiglie e del sistema economico da una parte, e le opportunità offerte dai diversi livelli di istruzione dall’altra. Ma per sviluppare questa impostazione serve un Governo nazionale diverso da quello attuale, questo è sicuro.

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